Le statine, farmaci ampiamente utilizzati per abbassare il colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”), sono da tempo oggetto di dibattito. Alcune teorie suggeriscono che possano causare declino cognitivo o addirittura aumentare il rischio di Alzheimer. Ma è davvero così? Gli esperti e le più recenti ricerche scientifiche chiariscono una volta per tutte i legami tra colesterolo, demenza e statine.

Colesterolo e cervello: un legame fondamentale
Il colesterolo è una sostanza naturale e indispensabile per il corpo umano, soprattutto per il cervello, che ne contiene circa il 25% del totale corporeo. Secondo quanto riportato dalla Harvard Medical School, il colesterolo è essenziale per la formazione delle sinapsi, cioè i collegamenti tra i neuroni che permettono la memoria e l’apprendimento.
«La velocità di pensiero e la prontezza mentale dipendono anche dai livelli corretti di colesterolo», ha spiegato il neurologo Prof. Dr. Selekler.
Tuttavia, livelli eccessivamente alti di LDL nel sangue aumentano il rischio di aterosclerosi, una condizione che ostacola il flusso di sangue al cervello e può causare ictus, demenza vascolare e Alzheimer.
Le statine: rischi o benefici per il cervello?
Le statine sono farmaci ipolipemizzanti utilizzati per ridurre il colesterolo LDL. Alcuni studi e segnalazioni hanno ipotizzato un possibile legame tra l’uso di statine e un calo delle funzioni cognitive. Tuttavia, le prove attuali non supportano questa tesi.
Una revisione della FDA (Food and Drug Administration) ha analizzato i dati post-marketing sull’impatto cognitivo delle statine, concludendo che non esiste un’evidenza significativa di effetti negativi sulla memoria o sulle capacità mentali.
Anche la European Atherosclerosis Society, in una dichiarazione del 2018, ha sottolineato che tre ampi studi clinici controllati con placebo non hanno rilevato differenze cognitive tra chi assumeva statine e chi no.
Il colesterolo LDL è un fattore di rischio per l’Alzheimer
Nel 2020 e nel 2024, la prestigiosa rivista The Lancet ha pubblicato due rapporti della Lancet Commission on Dementia, identificando 14 fattori di rischio modificabili per la demenza. Tra questi, il colesterolo LDL elevato è stato ufficialmente incluso come fattore di rischio, al pari di:
- Ipertensione
- Diabete
- Obesità
- Depressione
- Isolamento sociale
- Inquinamento atmosferico
- Eccesso di alcol e fumo
«Intervenendo su questi 14 fattori, è possibile prevenire fino al 40-50% dei casi di demenza», si legge nel report Lancet Dementia Commission.
Cause del colesterolo alto e come prevenirlo
I livelli elevati di LDL possono derivare da:
- Fattori genetici
- Dieta ricca di grassi saturi e trans
- Vita sedentaria
- Sovrappeso o obesità
- Abitudini scorrette legate allo stress (eccesso di alcol, fumo, alimentazione disordinata)
Secondo l’American Heart Association, il livello ideale di colesterolo totale deve essere ≤ 200 mg/dl, con valori più bassi di LDL per ridurre il rischio cardiovascolare e neurologico.
Statine: quando usarle?
Le statine vengono raccomandate quando dieta, attività fisica e stile di vita sano non sono sufficienti a ridurre il colesterolo LDL. In questi casi, non solo aiutano a proteggere cuore e arterie, ma possono anche contribuire a prevenire la demenza, secondo le ultime ricerche.
Conclusione: i miti da sfatare
- Le statine non causano demenza: i dati attuali non supportano questa correlazione.
- Il colesterolo LDL elevato è invece un rischio confermato per declino cognitivo e Alzheimer.
- Le statine, se usate correttamente, possono proteggere anche il cervello, oltre al cuore.
Fonti autorevoli:
- FDA – Cognitive effects of statins
- Harvard Health – Cholesterol and the brain
- American Heart Association – Cholesterol Guidelines

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.