Il periodo di preavviso è una clausola fondamentale in numerosi contratti, specialmente quelli di lavoro e di locazione. Esso rappresenta il lasso di tempo concordato in cui una parte deve notificare all’altra la propria intenzione di recedere dal contratto. Non rispettare il preavviso, sia che si tratti di un licenziamento, di dimissioni o della disdetta di un contratto d’affitto, comporta delle conseguenze economiche e legali significative.
Capire quanto costa non rispettare il preavviso è essenziale per evitare spiacevoli sorprese e per agire nel rispetto delle normative vigenti.

Il Preavviso nel Contratto di Lavoro: Dimissioni e Licenziamento
Nel rapporto di lavoro subordinato, il preavviso serve a tutelare entrambe le parti: il datore di lavoro per avere il tempo di trovare un sostituto, e il lavoratore per organizzarsi.
1. Mancato Preavviso da Parte del Lavoratore (Dimissioni)
Se un lavoratore decide di dimettersi senza rispettare il periodo di preavviso previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato, dal contratto individuale o dagli usi, può essere soggetto a una penale.
- Indennità Sostitutiva del Preavviso: La conseguenza più comune è che il datore di lavoro ha il diritto di trattenere dalla liquidazione del lavoratore (TFR, ferie non godute, ecc.) un importo pari alla retribuzione che il lavoratore avrebbe percepito durante il periodo di preavviso non lavorato. In pratica, se il preavviso è di un mese e il lavoratore se ne va subito, perderà l’equivalente di un mese di stipendio.
- Danni Ulteriori: In casi eccezionali, se il mancato preavviso ha causato un danno economico dimostrabile e significativo all’azienda (es. interruzione di progetti cruciali, perdita di clienti), il datore di lavoro potrebbe anche chiedere un risarcimento danni ulteriore, sebbene sia più difficile da provare e ottenere in tribunale.
2. Mancato Preavviso da Parte del Datore di Lavoro (Licenziamento)
Se è il datore di lavoro a licenziare un dipendente senza concedere il preavviso, la situazione è diversa:
- Indennità Sostitutiva del Preavviso: Il datore di lavoro è tenuto a corrispondere al lavoratore un’indennità pari all’importo della retribuzione che sarebbe spettata per il periodo di preavviso non concesso. Questa indennità fa parte delle somme dovute al lavoratore al momento della cessazione del rapporto.
- Eccezioni: Il preavviso non è dovuto in caso di licenziamento per giusta causa (quando la violazione è così grave da non consentire la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto di lavoro) o durante il periodo di prova.
Come Determinare il Preavviso nel Lavoro: Il periodo di preavviso varia in base a:
- CCNL: È la fonte principale per stabilire la durata del preavviso, in base a categoria (es. impiegato, operaio), livello di inquadramento e anzianità di servizio.
- Contratto Individuale: Può prevedere condizioni migliori rispetto al CCNL.
- Usanze: In assenza di specifiche contrattuali, si fa riferimento agli usi.
Il Preavviso nel Contratto di Locazione (Affitto)
Anche nel settore immobiliare, il preavviso è una clausola vincolante sia per l’inquilino che per il proprietario.
1. Mancato Preavviso da Parte dell’Inquilino
Un inquilino che desidera lasciare un immobile prima della scadenza naturale del contratto o senza rispettare i termini di preavviso previsti (solitamente 3 o 6 mesi per i contratti 4+4) può incorrere in conseguenze:
- Pagamento dei Canoni: L’inquilino è tenuto a pagare i canoni di locazione per l’intero periodo di preavviso non rispettato, anche se lascia l’immobile prima. Ad esempio, se il preavviso è di 6 mesi e l’inquilino va via dopo 3 mesi, dovrà comunque pagare i restanti 3 mesi.
- Danni Ulteriori: In alcuni casi, il proprietario potrebbe chiedere un risarcimento per eventuali danni economici subiti a causa della mancata locazione immediata dell’immobile, anche se questo è meno comune e richiede una prova specifica del danno.
- Eccezioni: Il contratto può prevedere una clausola di recesso anticipato con gravi motivi, che permette all’inquilino di recedere con un preavviso minore (spesso 3 mesi), purché i motivi siano oggettivi, gravi e sopravvenuti dopo la stipula del contratto.
2. Mancato Preavviso da Parte del Proprietario (Sfratto o Mancato Rinnovo)
Se il proprietario intende recuperare l’immobile o non rinnovare il contratto alla scadenza, deve inviare la disdetta entro i termini stabiliti dalla legge o dal contratto (solitamente 6 mesi prima della prima scadenza del 4+4 o della seconda).
- Rinnovo Automatico: Se il proprietario non invia la disdetta nei termini previsti, il contratto si considera rinnovato tacitamente per un ulteriore periodo (es. altri 4 anni per un 4+4).
- Risarcimento Danni (in casi particolari): In situazioni specifiche e gravi (es. sfratto senza giusta causa o preavviso insufficiente), il proprietario potrebbe essere chiamato a risarcire l’inquilino per i danni subiti.
Come Determinare il Preavviso nella Locazione:
- Legge: La Legge 431/1998 (Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo) stabilisce i termini minimi di preavviso.
- Contratto: Il contratto di locazione specifica sempre i termini di preavviso per entrambe le parti.
Altri Contesti di Preavviso
Il concetto di preavviso si applica anche in altri ambiti, sebbene con costi e conseguenze diverse:
- Contratti di Servizio: Molti contratti (es. fornitura di servizi internet, palestre, abbonamenti vari) prevedono un periodo di preavviso per la disdetta. Non rispettarlo può comportare il pagamento delle mensilità residue fino alla fine del periodo di preavviso o il mantenimento del vincolo contrattuale.
- Contratti di Appalto: Le penali per il mancato preavviso o per il recesso anticipato possono essere significative, specialmente in progetti di grande entità.
Considerazioni Finali
Ignorare o non rispettare il preavviso può avere un costo economico non indifferente. È fondamentale:
- Leggere Attentamente i Contratti: Prima di firmare, comprendere le clausole relative al preavviso.
- Consultare il CCNL: Per i rapporti di lavoro, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro è la fonte primaria per le regole sul preavviso.
- Comunicare Formalmente: Qualsiasi recesso o disdetta deve essere comunicato per iscritto (es. raccomandata A/R, PEC), rispettando i termini e le modalità previste.
- Chiedere Consulenza: In caso di dubbi o situazioni complesse, è sempre consigliabile rivolgersi a un consulente del lavoro, un avvocato o un’associazione di categoria.
Essere informati e agire con consapevolezza è il modo migliore per evitare costi inattesi e spiacevoli controversie legali.
Fonti Attendibili e Autorevoli:
- Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: Normativa e guide sui rapporti di lavoro.
- https://www.lavoro.gov.it/ (Cerca “dimissioni”, “licenziamento”, “CCNL”)
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana: Testi di legge ufficiali.
- Legge 431/1998 (Locazioni): https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1998/12/15/098G0462/sg
- Statuto dei Lavoratori (Legge 300/1970) e normative sul licenziamento (es. D.Lgs. 23/2015 “Jobs Act”): Cerca sul sito della Gazzetta Ufficiale.
- INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale): Informazioni ufficiali sulle dimissioni online e aspetti previdenziali.
- https://www.inps.it/ (Cerca “dimissioni online”)
- Associazioni di Categoria (es. Confindustria, Confcommercio): Offrono spesso approfondimenti sui CCNL e sulle normative del lavoro.
- Unioni Sindacali (es. CGIL, CISL, UIL): Fonti autorevoli sui diritti dei lavoratori e sulle clausole contrattuali.
- Ordine degli Avvocati / Consiglio Nazionale Forense: Per approfondimenti legali e interpretazioni normative.

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.