Nel primo trimestre del 2025, la Cina, il maggior emettitore mondiale di gas serra, ha registrato un calo dell’1,6% delle emissioni di CO₂ rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La vera novità? Questa volta il calo non è legato a un rallentamento economico, come avvenuto durante la pandemia, ma è frutto diretto della crescita record delle energie rinnovabili, secondo un’analisi pubblicata da Carbon Brief e condotta da Lauri Myllyvirta, esperto del Center for Research on Energy and Clean Air (CREA).

“Per la prima volta, il calo delle emissioni in Cina è attribuibile principalmente alla produzione di energia pulita,” ha dichiarato Myllyvirta.
Rinnovabili in forte espansione: la Cina guida la transizione globale
Il Paese ha investito massicciamente in energia eolica, solare e nucleare, raggiungendo una capacità installata quasi doppia rispetto al resto del mondo messo insieme, secondo i dati del CREA.
Nonostante un aumento del 2,5% nella domanda di elettricità nel primo trimestre 2025, le emissioni legate alla produzione elettrica sono diminuite del 5,8%, un risultato reso possibile dal rapido sviluppo delle fonti a zero emissioni.
Approfondisci i dati sul sito del Center for Research on Energy and Clean Air (CREA) (do-follow)
Ridotto l’impatto delle centrali a carbone, ma resta il problema dell’industria pesante
Il report di Carbon Brief sottolinea come la riduzione delle emissioni nel comparto elettrico sia stata in parte compensata da aumenti nelle industrie energivore, in particolare nel settore della metallurgia e dei prodotti chimici, dove l’uso del carbone resta ancora elevato.
Ciò nonostante, il trend è significativo: la crescita della produzione da fonti pulite sta finalmente superando il ritmo di crescita della domanda di energia, cosa che fino a pochi anni fa sembrava irraggiungibile in un contesto di forte industrializzazione.
Neutralità carbonica entro il 2060: la Cina è sulla buona strada?
Il governo cinese ha fissato due traguardi fondamentali:
- Picco delle emissioni entro il 2030
- Neutralità carbonica entro il 2060
Ma secondo il CREA, la Cina è ancora in ritardo rispetto a uno degli obiettivi intermedi più critici: la riduzione del 65% dell’intensità carbonica (emissioni rapportate al PIL) rispetto ai livelli del 2005, da raggiungere entro il 2030.
Un obiettivo che richiede riforme strutturali nell’industria, miglioramenti nell’efficienza energetica e una riduzione progressiva del ricorso al carbone nei settori non energetici.
Approfondisci sul report completo di Carbon Brief
Calo storico in un contesto di crescita energetica
Ecco i punti chiave del rapporto:
- -1,6% di emissioni di CO₂ nel primo trimestre 2025
- +2,5% di domanda di energia elettrica
- -5,8% di emissioni dal settore elettrico
- La crescita delle rinnovabili supera per la prima volta quella della domanda
- Cina ancora in ritardo sul target di riduzione dell’intensità carbonica
Un segnale positivo per il clima globale
Sebbene la Cina abbia ancora molta strada da fare, questo calo strutturale delle emissioni rappresenta un segnale incoraggiante per il clima globale. Se il trend dovesse proseguire, potrebbe anticipare il picco delle emissioni cinesi ben prima del 2030, accelerando la transizione globale verso un’economia a basse emissioni.
Come evidenziato anche dall’International Energy Agency (IEA) (do-follow), il successo della decarbonizzazione globale dipende in gran parte proprio dalla traiettoria cinese.
Fonti autorevoli

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.