Il concordato preventivo biennale rappresenta una novità significativa nel panorama fiscale italiano, introdotto con l’obiettivo di offrire alle partite IVA una maggiore prevedibilità e stabilità nel pagamento delle imposte. Questa misura, entrata in vigore nel 2024, consente ai titolari di partita IVA di definire in anticipo con l’Agenzia delle Entrate l’imponibile su cui calcolare le tasse per un periodo di due anni, con l’intento di facilitare la pianificazione finanziaria e ridurre il carico burocratico.

Requisiti di Accesso
Per accedere al concordato preventivo biennale, i contribuenti devono soddisfare specifici requisiti. In primo luogo, è necessaria una elevata affidabilità fiscale, tradotta in un punteggio di 8 punti negli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA). Inoltre, i contribuenti non devono presentare debiti tributari superiori a 5.000 euro, né averli estinti di recente. Sono esclusi dall’accesso al concordato quei contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi per almeno uno dei tre periodi d’imposta precedenti o che sono stati condannati per reati tributari specifici negli ultimi cinque anni.
Funzionamento e Vantaggi
L’approccio del concordato prevede che l’Agenzia delle Entrate formuli una proposta di definizione biennale dell’imponibile, basata sull’esercizio d’impresa o di arti e professioni. Questa proposta tiene conto sia delle imposte sui redditi sia dell’IRAP. I contribuenti hanno la possibilità di aderire a questa proposta entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi.
L’introduzione del concordato preventivo biennale mira a semplificare l’interazione tra contribuenti e amministrazione fiscale, fornendo un quadro più chiaro e stabile delle imposte dovute. Inoltre, si propone di ridurre il rischio di contenziosi, consentendo una maggiore concentrazione sulle attività produttive piuttosto che sulle questioni fiscali.
Novità Procedurali
Il decreto accertamenti ha introdotto importanti novità procedurali, come l’uso più esteso delle tecnologie digitali per la notifica di atti e comunicazioni, che saranno inviati all’indirizzo PEC dei contribuenti registrato negli appositi indici nazionali. Questo approccio non solo accelera le comunicazioni ma contribuisce anche alla digitalizzazione del rapporto tra fisco e contribuenti.
Controlli e Misure Antifrode
Parallelamente all’introduzione del concordato preventivo biennale, sono state potenziate le attività di controllo per prevenire e contrastare eventuali tentativi di frode. La Guardia di Finanza, in particolare, ha intensificato le sue indagini sui contribuenti potenzialmente beneficiari di questa misura, con l’obiettivo di identificare e recuperare il cosiddetto tax gap.
Conclusioni
Il concordato preventivo biennale rappresenta un passo importante verso una maggiore semplificazione e trasparenza nel sistema fiscale italiano. Attraverso requisiti chiari e un approccio basato sulla fiducia, questa misura si propone di favorire un rapporto più equilibrato e meno conflittuale tra contribuenti e amministrazione fiscale. Resta da vedere l’effettiva adesione da parte delle partite IVA e l’impatto sulle dinamiche di compliance tributaria nel medio-lungo termine.