La corretta pulizia e sanificazione degli ambienti sanitari è fondamentale per prevenire la diffusione di infezioni, garantire la sicurezza dei pazienti e tutelare il personale sanitario. In ambienti a medio, alto e altissimo rischio (come reparti di terapia intensiva, sale operatorie o aree infettive), l’adozione di tecniche avanzate è non solo consigliata, ma obbligatoria secondo le linee guida nazionali e internazionali.

Classificazione del Rischio negli Ambienti Sanitari
Secondo il Ministero della Salute, gli ambienti sanitari possono essere suddivisi in tre livelli di rischio:
- Rischio medio: ambulatori, sale d’attesa, corridoi.
- Rischio alto: reparti di degenza, pronto soccorso.
- Rischio altissimo: sale operatorie, terapia intensiva, stanze per pazienti infetti.
Fonte: Ministero della Salute – Linee guida per la prevenzione e controllo delle infezioni
1. Tecniche di Pulizia: Base Fondamentale della Sanificazione
Pulizia Manuale
La pulizia manuale rappresenta il primo passaggio indispensabile per rimuovere materiale organico e polveri. Viene effettuata con detergenti neutri o specifici, applicati tramite panni monouso, mop a frange piatte e secchi a doppia vasca per evitare la contaminazione crociata.
Pulizia Meccanica
Negli ambienti ad alto e altissimo rischio, si utilizza spesso anche la pulizia meccanizzata, che garantisce una copertura omogenea delle superfici e una maggiore efficacia nella rimozione dello sporco.
Fonte: ISS – Istituto Superiore di Sanità, Protocollo Sanificazione Ambientale
2. Tecniche di Sanificazione: Disinfezione e Sterilizzazione
Disinfezione a Nebulizzazione o Aerosol
Tecniche come la nebulizzazione di disinfettanti a base di perossido di idrogeno o di composti ammonici permettono una sanificazione uniforme anche nelle aree difficilmente raggiungibili manualmente. Questo metodo è particolarmente indicato in ambienti a rischio altissimo.
Sanificazione UV-C
L’uso della luce ultravioletta UV-C è una tecnologia sempre più adottata per la sanificazione rapida e senza residui chimici. È efficace contro virus, batteri e spore.
Fonte: European Centre for Disease Prevention and Control – ECDC
3. Frequenza e Monitoraggio della Sanificazione
In ambienti sanitari a rischio medio, la sanificazione deve avvenire almeno una volta al giorno, mentre in ambienti ad alto o altissimo rischio è necessario effettuare interventi più volte al giorno, in particolare prima e dopo ogni utilizzo del locale.
L’efficacia della sanificazione deve essere verificata regolarmente attraverso tamponi di controllo microbiologico e audit interni, come indicato nei protocolli ISO 14698.
Fonte: ISO 14698 – Biocontamination control
4. Formazione del Personale e DPI
La corretta applicazione delle tecniche dipende in larga misura dalla formazione del personale addetto. Ogni operatore deve essere aggiornato su:
- Uso corretto dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).
- Conoscenza dei protocolli di pulizia e disinfezione.
- Procedure in caso di sversamento di liquidi biologici o contaminazione.
Fonte: INAIL – Sanificazione ambientale e sicurezza del personale sanitario
Conclusione
La gestione della pulizia e sanificazione negli ambienti sanitari a rischio elevato non può essere improvvisata. È necessaria una pianificazione attenta, il rispetto delle normative e l’adozione delle tecnologie più avanzate, per garantire un ambiente sicuro sia per i pazienti che per gli operatori.
Un approccio integrato, fondato su evidenze scientifiche e tecniche comprovate, è la chiave per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA).

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.