Debiti non pagati vanno in prescrizione ma quando

Debite non pagati: quando e come si prescrivono?

I debiti non pagati sono una fonte di preoccupazione per molti consumatori che si trovano in difficoltà economiche e non riescono a saldare le loro obbligazioni verso i creditori. Tuttavia, esiste una norma giuridica che può venire in loro soccorso: la prescrizione. Si tratta di un istituto che fa decadere il diritto di un creditore a pretendere il pagamento di un debito dopo il decorso di un certo periodo di tempo.

Ma quando e come si prescrive un debito non pagato? Quali sono i termini e le modalità per far valere la prescrizione? Quali sono le eccezioni e le precauzioni da tenere in considerazione? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, fornendo alcuni consigli pratici per gestire al meglio i propri debiti.

Debiti non pagati vanno in prescrizione ma quando
Debiti non pagati vanno in prescrizione ma quando (foto@Pixabay)

Cos’è la prescrizione dei debiti

La prescrizione dei debiti è un fenomeno giuridico che comporta l’estinzione del diritto di credito dopo il trascorrere di un determinato lasso di tempo. In altre parole, se il creditore non agisce entro il termine stabilito dalla legge per richiedere il pagamento del suo credito, egli perde la possibilità di farlo in futuro.

La prescrizione ha lo scopo di garantire la certezza dei rapporti giuridici e la pace sociale, evitando che i conflitti tra creditori e debitori si protraggano indefinitamente nel tempo. La prescrizione ha anche una funzione educativa, incentivando i creditori ad essere diligenti nel far valere i propri diritti e i debitori ad essere onesti nel saldare le proprie obbligazioni.

La prescrizione dei debiti non opera automaticamente, ma deve essere fatta valere dal debitore in sede giudiziale o extragiudiziale. Se il debitore non oppone la prescrizione al creditore che gli chiede il pagamento del suo credito, egli rinuncia implicitamente al beneficio della stessa e resta tenuto a pagare.

Quali sono i termini della prescrizione dei debiti

I termini della prescrizione dei debiti variano a seconda della natura e dell’origine del credito. In generale, si può distinguere tra:

  • Prescrizioni ordinarie: sono quelle previste dal codice civile per la maggior parte dei rapporti giuridici tra privati. Il termine ordinario è di 10 anni, salvo diversa disposizione della legge o delle parti.
  • Prescrizioni brevi: sono quelle previste da norme speciali per alcuni tipi di crediti particolari. Il termine breve è solitamente inferiore ai 10 anni e può variare da 5 anni  (ad esempio per i danni derivanti da atti illeciti) a 6 mesi o 1 anno (ad esempio per gli interessi o le spese accessorie).
  • Prescrizioni fiscali: sono quelle previste dalle norme tributarie per i crediti dello Stato nei confronti dei contribuenti. Il termine fiscale è generalmente pari a 5 anni, ma può essere sospeso o interrotto da alcuni atti dell’amministrazione finanziaria.

Il conteggio del termine della prescrizione ha inizio dal primo giorno successivo alla scadenza del termine entro cui il creditore avrebbe potuto chiedere il pagamento del suo credito. Ad esempio, se una rata scade il 31 dicembre 2020, la prescrizione decorre dal 1° gennaio 2021.

Come si interrompe o si sospende la prescrizione dei debiti

Il termine della prescrizione dei debiti non è immutabile, ma può essere interrotto o sospeso da alcuni eventi che ne modificano il decorso.

L’interruzione della prescrizione si verifica quando il creditore compie un atto idoneo a manifestare la sua volontà di esercitare il suo diritto di credito nei confronti del debitore. L’atto interruttivo fa cessare il termine di prescrizione già decorso e fa iniziare un nuovo termine uguale al precedente.

Gli atti interruttivi della prescrizione possono essere giudiziali o extragiudiziali. Gli atti giudiziali sono quelli che comportano l’inizio o la prosecuzione di un’azione legale, come ad esempio una citazione in giudizio, una notifica di un atto di precetto, una domanda riconvenzionale o una costituzione in mora. Gli atti extragiudiziali sono quelli che non implicano l’intervento dell’autorità giudiziaria, ma che comunque dimostrano l’intenzione del creditore di far valere il suo credito, come ad esempio una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno (RR), una pec (posta elettronica certificata), una diffida a mani firmata per accettazione o un verbale di pignoramento negativo.

Perché un atto abbia efficacia interruttiva della prescrizione deve contenere in modo chiaro e inequivocabile l’indicazione del soggetto obbligato e della pretesa azionata o della richiesta di adempimento, con l’effetto sostanziale di costituire il debitore in mora. Inoltre, l’atto deve essere portato a conoscenza del debitore entro 6 mesi dalla sua formazione.

La sospensione della prescrizione si verifica quando si verifica una situazione che impedisce temporaneamente al creditore di agire per ottenere il pagamento del suo credito. La sospensione fa sì che il termine di prescrizione già decorso rimanga fermo e riprenda a decorrere quando cessa la causa di sospensione.

Le cause di sospensione della prescrizione possono essere legali o convenzionali. Le cause legali sono quelle previste dalla legge per determinati casi particolari, come ad esempio la minorità o l’interdizione del debitore, lo stato di guerra tra i paesi dei due soggetti o la pendenza di un procedimento concorsuale. Le cause convenzionali sono quelle pattuite dalle parti mediante un accordo scritto che prevede espressamente la rinuncia alla decorrenza del termine di prescrizione per un certo periodo.

Come difendersi dai debiti non pagati e dalla loro prescrizione

Se sei un debitore e vuoi evitare che i tuoi debiti non pagati ti creino problemi legali o finanziari, ci sono alcune strategie che puoi adottare per difenderti dai creditori e dalla loro eventuale azione giudiziaria.

Innanzitutto, puoi cercare di trovare una soluzione bonaria con i tuoi creditori, chiedendo loro una dilazione dei pagamenti, una riduzione degli interessi o delle spese accessorie o addirittura una remissione totale o parziale del debito. In questo modo potresti ottenere condizioni più favorevoli per saldare le tue obbligazioni e evitare ulteriori conseguenze negative.

Tuttavia, devi fare attenzione a non riconoscere esplicitamente i tuoi debiti nei confronti dei creditori se vuoi avvalerti della prescrizione.

Come invocare la prescrizione dei debiti

Se sei un debitore e vuoi avvalerti della prescrizione dei tuoi debiti non pagati, devi sapere che la prescrizione non opera automaticamente, ma deve essere invocata da te in sede giudiziale o amministrativa.

Se il creditore ti ha citato in giudizio per ottenere il pagamento del suo credito, devi opporre la prescrizione come eccezione nel termine per comparire davanti al giudice. Devi dimostrare che il termine di prescrizione è decorso senza che il creditore abbia compiuto alcun atto interruttivo nei tuoi confronti. Se il giudice accoglie la tua eccezione, dichiarerà estinto il credito e respingerà la domanda del creditore.

Se invece il creditore ti ha notificato una cartella di pagamento per un debito tributario o contributivo, devi presentare un’istanza di sgravio presso l’ente che ha emesso la cartella (Agenzia delle Entrate, Inps, ecc.). Nell’istanza devi chiedere lo sgravio della cartella per intervenuta prescrizione del debito e allegare la documentazione necessaria a provare che il termine di prescrizione è scaduto senza che l’ente abbia compiuto alcun atto interruttivo nei tuoi confronti. Se l’ente accoglie la tua istanza, annullerà la cartella e cancellerà il debito.

In entrambi i casi, devi fare attenzione a calcolare correttamente il termine di prescrizione applicabile al tuo caso e a verificare se ci sono state cause di interruzione o di sospensione della prescrizione nel corso degli anni. In caso di dubbio, puoi consultare un avvocato o un commercialista esperto in materia.

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