Arredo casa: il ritorno delle tappezzerie vintage

Sono tanti gli arredi che rendono unica e ricca di stile la nostra abitazione: i mobili, gli accessori, i punti luce, la disposizione degli spazi e delle finestre.

Ma una casa non si può dire veramente “completa” se non è “vestita”: anche divani, poltrone, sedie, tendaggi, tappeti, moquette e pareti meritano tutta la nostra attenzione, nel ricercarli e nello sceglierli.

Se è vero, infatti, che le tende servono a limitare la visuale all’esterno e a proteggerci dal sole, i tappeti a proteggere i pavimenti e le imbottiture di divani e sedie a renderci la seduta quanto più comoda possibile, è altrettanto indubbio che catturano il nostro sguardo e quello di chiunque entri nella nostra casa, e proprio per questo devono essere selezionati in armonia con lo stile dell’intera abitazione.

Le tappezzerie rappresentano il cuore pulsante dell’arredamento d’interni e ben scelte rendono ogni contesto elegante e dal design esclusivo.

Negli ultimi anni sono andate per la maggiore le stampe 3D, le colorazioni forti e a contrasto, ma anche i “classici” colori della terra, con sfumature di giallo, ocra, bruno, fino all’arancione.

Ma, come capita ciclicamente, c’è stato anche un gran “rispolvero” delle tappezzerie vintage.

L’attributo vintage viene riferito ad oggetti vecchi almeno di 20 anni e diventati nel tempo di culto perché hanno segnato a tal punto il costume e la cultura da essere ancora considerati, dopo decenni, inimitabili.

E cosa ha caratterizzato i decenni ’50, ’60 e ’70 se non la carta da parati?

Basta pensare ai motivi floreali per fare un tuffo negli anni ’70 e alle forme psichedeliche per ritrovarsi catapultati negli anni ’60: e allora perché non ricreare quelle stesse atmosfere nelle nostre abitazioni?

Del resto, usando buon gusto e tanta fantasia, si riescono ad abbinare questi motivi anche ai mobili più moderni e dalle forme lineari, creando atmosfere tanto uniche quanto audaci.

Cosa si abbina meglio ad un vecchio grammofono o ad una classica macchina da scrivere Olivetti, posizionati su un mobile di legno appena restaurato, che uno sfondo fatto a scacchiera, imitazione delle classiche piastrelle smaltate che trovavamo nelle case dei nostri nonni?

O, ancora, perché non personalizzare un salotto, piazzando dietro un tavolino e delle sedie iper moderne della carta da parati “Geometrica anni 20”?

Naturalmente di “vintage” restano solo le stampe: le carte da parati moderne, infatti, hanno perso tutti gli svantaggi che nel passato ce le hanno fatte odiare.

Le moderne carte sono fatte dei materiali più svariati, dalla cellulosa al vinile, passando per il TNT ed i materiali più ecosostenibili, per strizzare l’occhio anche all’ambiente.

Sono resistenti all’umidità e al calore, per essere inserite anche in prossimità di lavelli, cucine o caminetti, e sono facilmente lavabili ed igienizzabili con acqua e sapone neutro.

E cosa dire della loro durata? Mentre una classica tinteggiatura in genere ha una durata di un paio di anni, le carte da parati conservano i loro colori e le loro stampe intatte anche per un decennio. Senza considerare che ricorrere al “tappezziere” è una propria scelta personale: la posa della carta da parati è un’operazione che può essere realizzata anche da un non professionista che ha una buona manualità. 

Ma la carta da parati è la scelta verso cui orientarsi soprattutto se si vuole dare un tocco unico alla propria casa, facendo però attenzione al risparmio: con poche decine di euro al metro quadrato si conferisce all’ambiente uno stile unico e personalizzabile. Infine, cosa non da poco, queste carte sono anche staccabili e in molti casi riutilizzabili: perfette quindi per le case in affitto, per lasciare al padrone di casa le pareti così come sono state trovate ed anche per poterle riusare nella propria nuova casa.