I più giovani le conoscono perché sono, tra le altre cose, emoticon presenti sui loro smartphone: di cosa stiamo parlando?
Delle tre “scimmiette sagge”, delle scimmie che si coprono rispettivamente gli occhi, le orecchie e la bocca.
Ma cosa rappresentano?
Cominciamo subito col dire che la loro storia è legata a doppio filo al Giappone: sono infatti rappresentate in una cornice di legno nel santuario di Toshogu a Nikko. Insieme le tre scimmie erano le guardiane simboliche del mausoleo dello Shogun Tokugawa Ieyasu a Nikkō.
Tutte e tre queste ormai celebri scimmiette rappresentano il principio proverbiale del “non vedere il male, non sentire il male, non parlare del male”.
I loro nomi sono “Mizaru”, “scimmia che non vede il male”, “Kikazaru”, “scimmia che non sente il male” e “Iwazaru”, “scimmia che non parla del male”.
Per i giapponesi, quindi, le tre scimmie fanno riferimento ad un codice filosofico e di condotta che esalta la necessità di essere cauti.