Anche se ci lamentiamo della nostra classe politica, dobbiamo essere sempre coscienti di essere fortunati, rispetto agli altri paesi del mondo dove non solo non è permesso muovere critiche, ma addirittura si rischia la vita.
Ogni anno milioni di persone sono perseguitate per aver espresso le proprie convinzioni o per aver magari provato a sovvertire regimi militari e dittatoriali.
A queste persone l’Italia, ed anche molti altri paesi, concedono il diritto di asilo politico: di cosa si tratta?
L’asilo è una protezione accordata a uno straniero che è perseguitato per motivi politici, religiosi o di colore della pelle e si rifugia in un Paese estero o in luogo che gode di extraterritorialità.
L’asilo è concesso in base all’articolo 1 della Convenzione di Ginevra del 1951, che vede anche l’Italia tra i firmatari.
Naturalmente non è semplice concedere questo diritto: lo straniero deve presentare richiesta alla polizia di frontiera e la sua domanda, valutata da un’apposita commissione territoriale, per essere accolta deve essere ben motivata e, nei limiti del possibile, documentata.
Nonostante la percezione comune, l’Italia presenta cifre molto basse rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea, in termini sia assoluti che relativi.