Perché la firma digitale in politica a questo punto è indispensabile

Agenda Digitale

L’introduzione dell’uso della firma digitale per l’adesione e la proposta dei referendum in Italia è avvenuta nel 2019 quando, Marco Staderini ha fatto condannare il nostro paese dall’Onu per le irragionevoli restrizioni alla promozione di un referendum popolare.

Perche la firma digitale in politica a questo punto indispensabile

Oggi non solo è facile da ottenere anche con un processo di video identificazione per la firma digitale ma è anche uno strumento importante, semplice e veloce da utilizzare per riuscire non solo ad occuparsi delle principali questioni amministrative, ma anche per l’uso politico. La semplicità di attivazione del servizio, come spiegato da letterasenzabusta.com, è solo uno dei vantaggi della firma digitale.

Eppure, nonostante il successo ottenuto nel 2019, il Governo non si sarebbe ancora mosso in tal senso. Anzi avrebbe fatto anche un passo indietro, nonostante l’importanza dello strumento digitale per riuscire a rendere ancora di più la richiesta di referendum un diritto dei cittadini e un mezzo per far sentire la propria voce e richiedere un confronto su issues politiche che derivano dal basso, dal popolo e non solo dagli intermediari politici.

Ancora attesa per la piattaforma di raccolta delle firme in digitale

La raccolta firme in digitale, come era previsto dal Decreto 77 del 2021, sarebbe dovuta entrare in vigore ufficialmente a gennaio 2022 con l’introduzione di una piattaforma dedicata alle proposte e firme su determinati referendum da indire per volontà popolare.

Prima della caduta del governo Draghi, che adesso ci riporterà nuovamente alle urne il 25 settembre, si era già visto un ritardo nell’applicazione di questa disposizione e nella realizzazione della piattaforma. Infatti, la svolta storica prevista dall’uso della firma digitale, che poteva cambiare un quadro normativo sotto molti punti di vista ancora vecchio, non è stata attuata.

Gli effetti dell’introduzione della firma digitale in politica, però, sarebbero sicuramente vantaggiosi e amplierebbero le possibilità di partecipazione democratica, per lo meno per quanto riguarda l’uso e la possibilità di proposta del Referendum. Infatti, anche senza una piattaforma, dopo l’introduzione di questo strumento c’è stata un’ampia partecipazione alla raccolta firma per referendum come quello sull’eutanasia.

Tuttavia, adesso si dovrà attendere ancora almeno il prossimo anno per vedere quali saranno le decisioni dalla prossima guida di governo, e se si procederà o meno all’attuazione della disposizione dedicata alle firme digitali.

Firma digitale in politica: una rivoluzione che tarda ad essere attuata

La firma digitale in politica come sottolineato da Mario Staderini, è uno strumento in grado di abbattere lo strapotere di palazzo, permette di imporre i temi più scomodi alla politica e apre la strada alla rivoluzione della democrazia diretta. Sottoscrivere le richieste di referendum online tramite SPID e CIE è una conquista. Sicuramente l’introduzione di questa possibilità nel DL Semplificazioni è stato un vero e proprio passo in avanti.

Ma è l’attuazione che tarda ad arrivare e anche la possibile cancellazione della disposizione per evitare che si usi esageratamente lo strumento referendario. Sicuramente, creare delle regole ad hoc permetterebbe ai cittadini di avere voce in capitolo su argomenti che gli sono vicini e sui quali vogliono avere diritto di parola attraverso l’indizione di un referendum, e fornirebbe anche la giusta prospettiva al fine di scegliere e raccogliere firme su argomenti seri e sentiti.

All’interno di uno scenario in cui si cerca di promuovere sempre di più la semplificazione, l’uso della digitalizzazione nelle aziende e nelle PA, limitazione dell’uso della carta e incentivi per supportare al meglio il benessere dell’ambiente, sicuramente anche la Politica dovrà prima o poi adattarsi alle nuove tecnologie. Un allineamento alla digitalizzazione della politica sicuramente complesso ma che può e in futuro forse dovrà avvenire, per riuscire realmente a includere la popolazione nel discorso politico e nelle decisioni importanti per i cittadini.

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