Cloud nella Pubblica Amministrazione 2025: Opportunità, Regole e Sfide Digitali

Cloud nella Pubblica Amministrazione 2025

Cos’è il cloud nella Pubblica Amministrazione?

Il cloud computing nella Pubblica Amministrazione (PA) si riferisce all’adozione di servizi digitali — come archiviazione, elaborazione dati e gestione applicativa — su infrastrutture virtuali, scalabili e accessibili da remoto.

Nel 2025, il passaggio al cloud rappresenta una delle colonne portanti della trasformazione digitale della PA italiana, promossa da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) e implementata tramite il Polo Strategico Nazionale (PSN).

Cloud nella Pubblica Amministrazione 2025

Opportunità per la PA nel 2025

1. Maggiore efficienza e risparmio di risorse

Grazie al cloud, le pubbliche amministrazioni possono:

  • Ridurre i costi di gestione IT
  • Eliminare i data center obsoleti
  • Ottimizzare le risorse hardware e software

Secondo il report 2024 dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, il 76% delle PA italiane ha già migrato parte dei propri sistemi su infrastrutture cloud.

2. Scalabilità e continuità operativa

I servizi cloud permettono di adattarsi dinamicamente alle necessità, garantendo:

  • Continuità dei servizi anche in caso di guasti
  • Adattabilità durante picchi di accesso
  • Ridondanza e backup automatici

3. Innovazione nei servizi al cittadino

Con l’adozione del cloud, è possibile potenziare:

  • Portali digitali per servizi pubblici
  • Accesso ai dati sanitari, scolastici e previdenziali
  • Applicazioni mobili e sistemi di pagamento online

Le regole del gioco: cosa prevede il quadro normativo nel 2025

1. Polo Strategico Nazionale (PSN)

Il PSN è l’infrastruttura cloud di livello nazionale, gestita da CDP Equity, Leonardo, Sogei e TIM, e ospita dati e servizi critici e strategici delle PA.

Secondo la normativa italiana, le PA centrali sono obbligate a migrare i propri dati critici sul PSN entro il 2026, mentre quelle locali devono completare la transizione entro il 2028.

2. Classificazione dei dati

L’AgID ha stabilito tre livelli di classificazione:

  • Dati comuni: possono essere ospitati su cloud pubblici certificati
  • Dati critici: devono essere su cloud pubblici o privati certificati PSN
  • Dati strategici: solo su PSN o infrastrutture analoghe

Fonte: Linee Guida AgID “Strategia Cloud Italia”agid.gov.it

3. Requisiti per i fornitori cloud

Dal 2024, i fornitori di servizi cloud devono essere qualificati da AgID secondo parametri stringenti su:

  • Sicurezza
  • Conformità normativa
  • Localizzazione dei dati in territorio UE

L’elenco ufficiale è consultabile sul Catalogo dei servizi cloud qualificati.


Le principali sfide del cloud nella PA

1. Protezione dei dati e cybersecurity

La gestione dei dati sensibili (sanitari, giudiziari, fiscali) impone elevati standard di resilienza, cifratura e protezione da attacchi informatici.

Il Report ENISA 2024 ha evidenziato un aumento del 37% negli attacchi ransomware contro enti pubblici in Europa.

2. Resistenza culturale e mancanza di competenze

Molte amministrazioni locali hanno ancora un approccio tradizionale e faticano ad adattarsi alla logica cloud-native.

Per questo il PNRR ha previsto fondi specifici per:

  • Formazione del personale IT
  • Aggiornamento delle competenze digitali
  • Supporto tecnico per la migrazione

3. Interoperabilità tra piattaforme

Un altro ostacolo è la frammentazione tra sistemi informativi, che rende complessa l’integrazione dei servizi cloud con i software preesistenti.


Il ruolo dell’Europa e il Cloud Sovereign

A livello comunitario, l’Italia si sta muovendo in coerenza con le strategie dell’UE per la sovranità digitale, tra cui:

  • European Cloud Federation
  • GAIA-X: progetto europeo per un’infrastruttura cloud federata e sicura
  • Regolamento NIS2 sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi

L’obiettivo comune è creare un ecosistema europeo del cloud che garantisca indipendenza tecnologica e tutela dei dati.


Esempi concreti di adozione cloud nella PA

  • INPS ha già migrato diversi servizi al PSN, tra cui il fascicolo previdenziale del cittadino.
  • Ministero della Salute utilizza soluzioni cloud per la gestione del Fascicolo Sanitario Elettronico.
  • Alcuni Comuni italiani, come Firenze e Trento, hanno digitalizzato con successo l’anagrafe, i tributi e i servizi scolastici grazie a piattaforme cloud ibride.

FAQ – Domande frequenti

È obbligatorio per una PA passare al cloud nel 2025?

Sì, per le PA centrali. Le locali hanno scadenze più flessibili, ma sono fortemente incentivate.

Il cloud è davvero sicuro?

Se gestito secondo i requisiti AgID e NIS2, . Gli standard di sicurezza sono spesso superiori a quelli dei data center locali obsoleti.

Quanto costa la migrazione al cloud per una PA?

Dipende dalle dimensioni e dalla complessità dei sistemi. Tuttavia, il PNRR copre fino al 100% dei costi per le PA che aderiscono entro i termini.


Conclusione: il cloud nella PA è il futuro (già iniziato)

Il 2025 rappresenta un anno cruciale per il cloud nella Pubblica Amministrazione italiana. L’infrastruttura è pronta, le risorse sono disponibili e il quadro normativo è definito.

Sfruttare appieno il cloud significa offrire servizi più efficienti, trasparenti e sicuri ai cittadini, garantendo allo stesso tempo resilienza digitale e sovranità nazionale dei dati.