La firma digitale si basa su un sistema di crittografia asimmetrica, una tecnologia che utilizza una coppia di chiavi, una pubblica e una privata, per garantire l’autenticità, l’integrità e il non ripudio dei documenti informatici. Questo meccanismo, noto anche come crittografia a chiave pubblica, è il pilastro che conferisce pieno valore legale ai documenti firmati digitalmente. In sintesi, la sicurezza della firma digitale deriva dalla combinazione di una chiave privata, segreta e personale, e una chiave pubblica, liberamente condivisibile.
Questo sistema assicura che solo il titolare della chiave privata possa generare una firma valida, mentre chiunque possieda la corrispondente chiave pubblica può verificarne l’autenticità. Un processo reso ancora più robusto dall’impiego di funzioni di hash, che creano un’impronta digitale unica del documento.

Come Funziona Esattamente la Crittografia a Chiave Pubblica?
La magia della crittografia asimmetrica sta nella sua doppia chiave. Immagina di avere un lucchetto (la chiave pubblica) che puoi dare a chiunque e una sola chiave (la chiave privata) in grado di aprirlo, che tieni solo per te.
Quando firmi un documento, non stai crittografando il file intero. Invece, un algoritmo crea un riassunto digitale del documento, chiamato hash. Questo hash, una stringa di testo apparentemente casuale, è unico per quel file: basta cambiare una virgola per generare un hash completamente diverso.
A questo punto, la tua chiave privata cifra l’hash. Il risultato è la tua firma digitale. Chi riceve il documento può usare la tua chiave pubblica per decifrare la firma, riottenere l’hash originale e confrontarlo con quello generato autonomamente dal documento ricevuto. Se i due hash corrispondono, ha la certezza che:
- Autenticità: Sei stato proprio tu a firmare.
- Integrità: Il documento non è stato modificato dopo la firma.
Quali Algoritmi Vengono Usati?
Non esiste un solo algoritmo, ma alcuni sono diventati standard di settore per la loro comprovata affidabilità. La scelta dipende spesso dal livello di sicurezza richiesto e dal contesto normativo.
- RSA (Rivest-Shamir-Adleman): È uno degli algoritmi più antichi e diffusi. La sua sicurezza si basa sulla difficoltà di fattorizzare numeri molto grandi.
- DSA (Digital Signature Algorithm): È un altro standard molto utilizzato, specificamente progettato per le firme digitali.
- ECDSA (Elliptic Curve Digital Signature Algorithm): È una variante più moderna e efficiente del DSA. A parità di livello di sicurezza, richiede chiavi molto più corte rispetto a RSA, rendendolo ideale per dispositivi con risorse limitate, come smartphone e smart card.
Oggi, l’ECDSA è sempre più diffuso, specialmente in ambiti come le criptovalute (Bitcoin ed Ethereum lo usano) e le comunicazioni sicure su internet.
Il Ruolo Cruciale delle Funzioni di Hash
Come accennato, la firma non viene apposta sul documento, ma sulla sua “impronta digitale”. Questa impronta è generata da una funzione di hash. Anche in questo caso, esistono diversi algoritmi, ma i più comuni appartengono alla famiglia SHA (Secure Hash Algorithm).
Perché l’Hash è Così Importante?
L’hash garantisce l’integrità del documento. Dato che qualsiasi minima modifica al file originale (anche solo uno spazio aggiunto) produce un hash completamente diverso, è matematicamente impossibile alterare un documento firmato senza invalidare la firma stessa.
L’algoritmo SHA-256, che produce un’impronta di 256 bit, è attualmente lo standard de facto per la maggior parte delle applicazioni di firma digitale, offrendo un livello di sicurezza estremamente elevato.
La Firma Digitale ha Valore Legale?
Assolutamente sì. In Europa, il regolamento eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) stabilisce un quadro normativo comune per le firme elettroniche. La firma digitale, che in termini tecnici corrisponde alla Firma Elettronica Qualificata (FEQ), è l’unica tipologia che ha un effetto giuridico equivalente a quello di una firma autografa.
Questo significa che un documento firmato digitalmente con un certificato qualificato non può essere ripudiato dal firmatario e fa piena prova in giudizio. La normativa eIDAS garantisce che le firme qualificate basate su questi standard crittografici siano riconosciute in tutti gli stati membri dell’Unione Europea, facilitando il commercio e la burocrazia transfrontaliera.
Secondo l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), “la Firma Elettronica Qualificata (FEQ) è prodotta da un dispositivo qualificato per la creazione di una firma elettronica e basata su un certificato elettronico qualificato.” Questo conferma che la solidità tecnologica è il fondamento del suo valore legale.
FAQ – Domande Frequenti sulla Cifratura della Firma Digitale
1. Qual è la differenza tra crittografia simmetrica e asimmetrica? La crittografia simmetrica usa la stessa chiave sia per cifrare che per decifrare un’informazione. È molto veloce, ma la condivisione sicura della chiave è un problema. Quella asimmetrica, usata per la firma digitale, usa due chiavi distinte (pubblica e privata), risolvendo il problema della condivisione e garantendo autenticità.
2. La mia firma digitale può scadere o essere revocata? Sì. La firma digitale è legata a un certificato di firma che ha una data di scadenza (solitamente 3 anni). Può anche essere revocato prima della scadenza in caso di smarrimento o compromissione della chiave privata. La revoca invalida tutte le firme apposte dopo quel momento.
3. È possibile falsificare una firma digitale? Teoricamente, sarebbe necessario “rompere” l’algoritmo crittografico, ad esempio fattorizzando un numero enorme (nel caso di RSA) o risolvendo il logaritmo discreto su una curva ellittica (per ECDSA). Con le attuali capacità di calcolo, queste operazioni richiederebbero migliaia di anni, rendendo la firma digitale, di fatto, sicura.
4. Cosa sono i timestamp (marche temporali)? Una marca temporale è un servizio che associa una data e un’ora certe e legalmente valide a un documento informatico. Quando viene apposta insieme a una firma digitale, garantisce che il documento esisteva in quella forma in quel preciso momento, rafforzandone ulteriormente il valore probatorio anche dopo la scadenza del certificato di firma.

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.