In Italia, la burocrazia continua a rappresentare uno dei principali ostacoli per la crescita e la competitività delle imprese, in particolare per le PMI (Piccole e Medie Imprese), che costituiscono il 92% del tessuto produttivo nazionale secondo Unioncamere. Il labirinto di procedure, autorizzazioni, adempimenti fiscali e regolamenti rappresenta un peso significativo sia in termini economici sia in termini di tempo.

Il costo della burocrazia per le imprese italiane
Secondo l’OCSE, le imprese italiane impiegano in media 238 ore all’anno per adempiere agli obblighi fiscali, contro una media UE di 161 ore. Questo dispendio di tempo si traduce in minori risorse per l’innovazione, l’espansione e la formazione del personale. Inoltre, uno studio di Confartigianato rileva che il costo della burocrazia per le PMI italiane ammonta a circa 57 miliardi di euro all’anno.
Procedure complesse e lentezza amministrativa
Le autorizzazioni per avviare un’attività, ottenere permessi edilizi o partecipare a gare pubbliche spesso richiedono mesi, se non anni. Il Rapporto Doing Business 2020 della Banca Mondiale ha posizionato l’Italia al 58° posto su 190 paesi per facilità di fare impresa, penalizzata soprattutto dalla difficoltà nell’ottenere permessi e nella risoluzione dei contratti.
Ad esempio, ottenere un permesso di costruzione richiede in Italia in media 189 giorni, contro i 129 della media OCSE. Le lungaggini amministrative scoraggiano anche gli investitori esteri, che spesso preferiscono paesi più “business friendly” come la Germania o i Paesi Bassi.
Digitalizzazione e semplificazione: le promesse mancate
Negli ultimi anni, diversi governi hanno annunciato riforme per digitalizzare la PA e semplificare i processi. Iniziative come lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) e la Piattaforma Impresainungiorno.gov.it rappresentano un primo passo, ma la loro efficacia è spesso ostacolata da disparità regionali e dalla mancata interoperabilità tra gli enti pubblici.
Secondo ISTAT, solo il 25% delle imprese italiane si dichiara soddisfatto dei servizi digitali offerti dalla pubblica amministrazione.
La necessità di una svolta concreta
Per trasformare davvero il sistema produttivo italiano, è necessario andare oltre gli slogan e attuare una strategia di semplificazione amministrativa che includa:
- Revisione e riduzione normativa: eliminare leggi obsolete e sovrapposte.
- Digitalizzazione reale: piattaforme integrate e funzionanti in tutte le regioni.
- Formazione dei funzionari pubblici: per accelerare i tempi di risposta e migliorare il dialogo con le imprese.
- Monitoraggio dei tempi: implementare KPI chiari e pubblici sui tempi di evasione delle pratiche.
Il settore privato ha bisogno di certezze, tempi rapidi e regole chiare per investire e crescere. Senza una burocrazia più snella, l’Italia rischia di perdere competitività, soprattutto in un contesto globale sempre più dinamico.
Fonti autorevoli:
- OCSE – Italy: Tax Administration
- Doing Business 2020 – World Bank
- Unioncamere – Report PMI
- Confartigianato – Costo della burocrazia
- ISTAT – Digitalizzazione PA

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.