I risultati della ricerca indicano che l’attenzione sulla normativa privacy in Italia nel 2025 è focalizzata principalmente su due grandi aree di evoluzione: la potenziale semplificazione degli adempimenti GDPR per le PMI (Piccole e Medie Imprese) a livello europeo e l’impatto della normativa sull’Intelligenza Artificiale (IA), in particolare con la Legge n. 132/2025. Non si tratta di una rivoluzione del quadro normativo, ma piuttosto di un’evoluzione mirata che rafforza alcuni aspetti chiave.

Le Novità Chiave per le Imprese: Meno Burocrazia e Più Sicurezza
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) rimane il pilastro normativo, ma il 2025 porta con sé delle proposte significative a livello UE, con l’obiettivo di rendere gli adempimenti più proporzionati, specialmente per le imprese di dimensioni medio-piccole.
Semplificazione per PMI e Imprese in Crescita
Un punto centrale è la volontà di ridurre gli oneri amministrativi per le PMI. Si sta discutendo la possibilità di innalzare le soglie per l’obbligo del Registro delle Attività di Trattamento (Art. 30 GDPR). Attualmente, l’esenzione si applica sotto i 250 dipendenti (salvo alcune eccezioni), ma una bozza di riforma propone di estendere la semplificazione fino a 750 dipendenti e per aziende con un fatturato annuo inferiore a 150 milioni di euro (rif. Art. 30 GDPR, comma 5).
Questo significa che molte imprese in crescita (le cosiddette SMC – Small and Mid-cap Companies), spesso innovative ma con risorse limitate, potranno snellire le procedure interne pur mantenendo un alto livello di protezione dei dati. L’obbligo resta in vigore per trattamenti che presentano un alto rischio.
L’Alleanza Privacy-Cybersecurity (Direttiva NIS 2)
Per le aziende (soprattutto quelle che erogano servizi essenziali o importanti, come da Direttiva NIS 2), la normativa privacy si intreccia sempre più con la cybersecurity. L’Art. 32 del GDPR, che impone misure tecniche e organizzative adeguate, è ormai inscindibile dagli obblighi imposti dalla Direttiva NIS 2, recepita anche in Italia.
Le imprese devono adottare misure concrete che vanno oltre la semplice documentazione:
- Autenticazione multi-fattore (MFA) per l’accesso a sistemi sensibili.
- Crittografia dei dati in transito e a riposo.
- Piani di risposta agli incidenti (Incident Response Plan) più dettagliati e con tempi di reazione più rapidi.
Le sanzioni per inosservanza in questo ambito sono severe, potendo arrivare fino al 4% del fatturato annuo globale in base al GDPR, o fino a 10 milioni di euro (o 2% del fatturato mondiale) in base alla NIS 2 per i soggetti essenziali.
L’Impatto dell’Intelligenza Artificiale: La Legge 132/2025
Il 2025 è l’anno in cui l’Italia cerca di definire un “modello” di innovazione responsabile, in attesa della piena applicazione dell’AI Act europeo. La Legge 132/2025 sull’Intelligenza Artificiale introduce, tra le altre cose, dei punti cruciali per la privacy.
L’IA e il Trattamento Dati: Il Garante Privacy italiano è già molto attivo nel controllo dell’uso dei dati personali da parte dei sistemi di IA (vedi il provvedimento di gennaio 2025 su DeepSeek). La nuova legge rafforza il principio che la protezione dei dati si applica pienamente all’Intelligenza Artificiale.
Cosa cambia per i cittadini:
- Maggiore Trasparenza: I cittadini potranno chiedere alle aziende informazioni chiare e complete su come i loro dati vengono utilizzati dai sistemi di IA per il machine learning o la profilazione.
- Diritto di Accesso Potenziato: Il diritto di accesso ai propri dati si estende a scenari più complessi. Ad esempio, una recente sanzione del Garante a una banca di 100.000 euro per non aver permesso a un cliente di accedere alle registrazioni delle telefonate dimostra che il diritto di accesso ai dati registrati è un’area di forte vigilanza.
In sintesi, per il 2025, la linea guida è chiara: meno carta per chi gestisce pochi dati, ma più attenzione e investimenti concreti sulla sicurezza informatica e sull’uso etico (e trasparente) delle nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale.
FAQ sulla Normativa Privacy 2025 in Italia
Cosa significa la semplificazione del GDPR per le PMI?
La Commissione Europea ha proposto di alleggerire gli oneri burocratici per le Piccole e Medie Imprese. La novità più attesa è l’innalzamento della soglia di dipendenti (forse fino a 750) per l’obbligo di tenere il Registro delle Attività di Trattamento (Art. 30 GDPR). L’obiettivo è rendere la compliance più sostenibile per le aziende in fase di crescita, a patto che non trattino dati ad alto rischio.
Come influenza la nuova Legge sull’Intelligenza Artificiale (L. 132/2025) la privacy?
La Legge 132/2025 in Italia stabilisce che i principi del GDPR, come la minimizzazione e la trasparenza, si applicano integralmente all’uso dell’IA, specialmente per i dati personali utilizzati nei processi di addestramento (training) e profilazione. Per i cittadini significa avere un maggiore controllo e il diritto di sapere come gli algoritmi utilizzano i loro dati.
Quali sono gli obblighi più urgenti per le aziende in termini di cybersecurity?
Gli obblighi non sono solo di facciata: l’integrazione tra GDPR e Direttiva NIS 2 rende cruciali le misure di sicurezza tecniche. Le aziende devono implementare l’Autenticazione Multi-Fattore (MFA) e la crittografia dei dati. In caso di data breach, è fondamentale avere un piano di risposta efficace e notificare il Garante entro 72 ore, per evitare sanzioni elevate.

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.