L’attuale modello economico lineare, basato sul principio “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”, sta mostrando tutti i suoi limiti, con un impatto ambientale e sociale non più sostenibile. In questo scenario, l’economia circolare emerge come una soluzione strategica e necessaria, soprattutto nella gestione dei rifiuti, trasformando quello che comunemente consideriamo uno scarto in una preziosa risorsa. Questo approccio non si limita al semplice riciclo, ma ripensa l’intero ciclo di vita dei prodotti.
Secondo la definizione del Parlamento Europeo, l’economia circolare è “un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile“. In questo modo, si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. L’obiettivo è superare la logica del fine vita, creando un sistema in cui i materiali vengono costantemente reintrodotti nel ciclo economico, generando nuovo valore.

I vantaggi di questo modello sono molteplici e significativi. Dal punto di vista ambientale, la riduzione della necessità di estrarre materie prime vergini porta a un minor consumo di energia, a una diminuzione delle emissioni di gas serra e alla salvaguardia degli ecosistemi. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, i processi industriali e l’uso dei prodotti sono responsabili del 9,10% delle emissioni di gas serra nell’UE, mentre la gestione dei rifiuti rappresenta il 3,32%.
Dal punto di vista economico, l’economia circolare stimola l’innovazione e la competitività delle imprese. Le aziende che adottano pratiche circolari possono ridurre i costi di produzione, creare nuovi mercati per le materie prime seconde e sviluppare modelli di business innovativi, come il “prodotto come servizio” (PaaS), in cui si vende l’uso di un bene piuttosto che il bene stesso.
L’Italia e la Sfida della Circolarità: Dati e Esempi Virtuosi
L’Italia sta compiendo passi importanti nella transizione verso un’economia più circolare. Secondo il Rapporto Rifiuti Urbani 2024 di ISPRA, nel 2023 la percentuale di raccolta differenziata a livello nazionale ha raggiunto il 66,6%, superando l’obiettivo del 65%. La produzione nazionale di rifiuti urbani si è attestata a quasi 29,3 milioni di tonnellate, con un leggero aumento rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la quantità di rifiuti smaltiti in discarica continua a diminuire, attestandosi al 16% nel 2023.
Sono numerose le aziende italiane che hanno abbracciato con successo i principi dell’economia circolare, diventando esempi virtuosi a livello internazionale.
- Barilla e Favini: Una collaborazione che ha portato alla creazione di CartaCrusca, un imballaggio per la pasta realizzato sostituendo parte della cellulosa vergine con la crusca, un sottoprodotto della macinazione del grano altrimenti destinato a diventare scarto.
- Orange Fiber: Un’azienda siciliana che ha brevettato un processo per creare tessuti sostenibili dagli scarti della lavorazione delle arance, trasformando un problema per l’industria agrumicola in un’opportunità per la moda.
- Aquafil: Questa azienda produce il filato ECONYL®, un nylon rigenerato di alta qualità ottenuto da rifiuti come reti da pesca, scarti di tessuto e moquette, dimostrando come i rifiuti plastici possano essere trasformati in un prodotto di valore per l’industria della moda e del design.
Questi esempi dimostrano come l’adozione di un modello di business circolare non sia solo una scelta etica, ma una leva strategica per la crescita economica e la sostenibilità. Il quadro normativo europeo, con il Green Deal e il Piano d’Azione per l’Economia Circolare, sta spingendo sempre di più in questa direzione, fissando obiettivi ambiziosi per il riciclo e la riduzione dei rifiuti entro il 2050.
FAQ – Domande Frequenti
Cos’è esattamente l’economia circolare applicata ai rifiuti?
L’economia circolare nella gestione dei rifiuti è un approccio che mira a eliminare il concetto stesso di “rifiuto”. Invece di smaltire i materiali dopo l’uso, li si reintroduce nel ciclo produttivo attraverso il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e il riciclo, trasformandoli in nuove risorse e minimizzando l’impatto ambientale.
Quali sono i principali benefici economici dell’economia circolare?
I benefici economici includono una maggiore sicurezza nell’approvvigionamento di materie prime, la riduzione dei costi di produzione, la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore della riparazione e del riciclo, e lo sviluppo di mercati innovativi. Le aziende diventano più resilienti e competitive a livello globale.
Come posso contribuire all’economia circolare nella mia vita quotidiana?
Ogni cittadino può contribuire attivamente praticando una corretta raccolta differenziata, scegliendo prodotti con imballaggi riciclati o ridotti, preferendo la riparazione all’acquisto di nuovi oggetti, e supportando aziende che adottano modelli di business sostenibili e circolari. Anche la condivisione di beni (sharing economy) è un’ottima pratica.
Qual è il ruolo della tecnologia in questo processo?
La tecnologia gioca un ruolo fondamentale. Innovazioni nei processi di riciclo, piattaforme digitali per la condivisione e la tracciabilità dei materiali, e lo sviluppo di nuovi materiali bio-based e compostabili sono tutti elementi chiave che abilitano e accelerano la transizione verso un’economia pienamente circolare.
Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.



