L’Europa è in piena corsa per riconquistare un ruolo di primo piano nella produzione globale di semiconduttori, i “cervelli” dell’elettronica moderna. La pandemia ha messo in luce la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento, rendendo evidente la necessità di una maggiore autonomia strategica in un settore cruciale per quasi ogni aspetto della nostra vita digitale e industriale. Questa spinta si traduce in ingenti investimenti e piani ambiziosi che coinvolgono da vicino anche l’Italia.

Il Chip Act Europeo: Obbiettivi e Investimenti
Per affrontare la dipendenza dai produttori asiatici e statunitensi, l’Unione Europea ha lanciato il Chips Act, un’iniziativa ambiziosa che mira a raddoppiare la propria quota di mercato globale nella produzione di semiconduttori, passando dall’attuale 10% a oltre il 20% entro il 2030. Per raggiungere questo traguardo, l’UE ha mobilitato un investimento pubblico e privato stimato in oltre 43 miliardi di euro.
Questo piano si concentra su diversi pilastri:
- Ricerca e Sviluppo: Potenziamento dei centri di ricerca e innovazione per sviluppare nuove tecnologie e materiali.
- Capacità Produttiva: Creazione di nuove fabbriche (le cosiddette “gigafactory”) e modernizzazione di quelle esistenti, con un focus sulle tecnologie all’avanguardia (chip a 2 nanometri e inferiori).
- Ecosistema: Supporto alle piccole e medie imprese (PMI) e formazione di personale altamente qualificato per il settore.
Come dichiarato da Thierry Breton, Commissario Europeo per il Mercato Interno, “L’Europa deve diventare un leader mondiale nella produzione di chip per garantire la nostra sicurezza economica e tecnologica”. Questa visione strategica è fondamentale per sostenere la transizione digitale e verde del continente, alimentando settori come l’intelligenza artificiale, il 5G, l’automotive e l’IoT (Internet of Things).
L’Italia nel Cuore della Strategia Europea dei Semiconduttori
Anche l’Italia sta giocando un ruolo sempre più centrale in questa rinnovata ambizione europea. Grazie alla sua eccellenza nella ricerca, alle competenze specializzate e a una consolidata industria manifatturiera, il nostro Paese si posiziona come attore chiave.
Tra gli investimenti più significativi, spicca il progetto di un nuovo impianto di produzione di chip di ultima generazione da parte di un colosso globale come Intel, con un investimento previsto di circa 4,5 miliardi di euro per uno stabilimento che si concentrerà sull’assemblaggio e il packaging avanzato di semiconduttori. Questa iniziativa, supportata dal governo italiano, mira a creare migliaia di posti di lavoro qualificati e a rafforzare l’intera filiera produttiva nazionale.
Inoltre, aziende come STMicroelectronics, un gigante italo-francese nel settore, continuano a investire in Italia, espandendo le loro capacità produttive e di ricerca, ad esempio nell’impianto di Catania, specializzato in chip al carburo di silicio (SiC), fondamentali per l’elettronica di potenza e i veicoli elettrici. Questi investimenti non solo generano occupazione, ma creano anche un indotto significativo per le imprese locali e per il sistema universitario, contribuendo a formare le future generazioni di ingegneri e tecnici specializzati.
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha più volte ribadito l’importanza strategica di attrarre e consolidare investimenti nel settore dei semiconduttori, sottolineando come “l’Italia può e deve diventare un hub di eccellenza per l’intera filiera dei chip in Europa”.
Il futuro dell’Europa nel panorama tecnologico globale dipenderà in larga parte dalla sua capacità di innovare e produrre semiconduttori. L’Italia, con i suoi investimenti e le sue eccellenze, è pronta a cogliere questa sfida, contribuendo in modo determinante a rafforzare l’autonomia strategica del continente e a creare nuove opportunità di crescita e occupazione.
Per approfondire:
- European Chips Act (Commissione Europea) (in inglese)
- Ministero delle Imprese e del Made in Italy – Semiconduttori

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.