In breve
- Il PIL italiano nel 2025 è previsto crescere tra lo 0,4% e lo 0,8%, sotto la media UE.
- Fattori interni ed esterni, come la bassa produttività e le tensioni globali, influenzano negativamente la crescita.
- Investimenti pubblici e riforme strutturali sono essenziali per rilanciare l’economia.
Le cause della crescita lenta
L’economia italiana mostra segnali di crescita moderata nel 2025, con previsioni che variano tra lo 0,4% e lo 0,8% . Diversi fattori contribuiscono a questa situazione:
- Bassa produttività: La produttività del lavoro in Italia è stagnante da anni, influenzata da inefficienze burocratiche e scarsa innovazione .
- Debolezza degli investimenti privati: Le imprese italiane investono meno in ricerca e sviluppo rispetto ad altri paesi europei, limitando la competitività.
- Incertezza globale: Le tensioni geopolitiche e le politiche protezionistiche influenzano negativamente le esportazioni italiane .

Soluzioni per rilanciare l’economia
Per superare la stagnazione economica, l’Italia dovrebbe adottare le seguenti strategie:
- Semplificazione burocratica: Ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, facilitando l’accesso a incentivi e finanziamenti.
- Investimenti in innovazione: Potenziare il sostegno alla ricerca e sviluppo, incentivando la digitalizzazione e la transizione ecologica.
- Formazione e lavoro: Allineare l’offerta formativa alle esigenze del mercato del lavoro, promuovendo l’occupazione giovanile e la crescita delle competenze.
Le riforme chiave per rilanciare la crescita
Per invertire il trend della crescita lenta, l’Italia deve puntare su riforme strutturali mirate. Secondo un rapporto del Fondo Monetario Internazionale (FMI), le economie che hanno realizzato riforme fiscali e del lavoro coerenti hanno sperimentato un’accelerazione della crescita nel medio periodo.
Ecco alcune delle leve strategiche più rilevanti:
- Riforma del fisco per le imprese: Ridurre la pressione fiscale sulle PMI e sulle partite IVA è un passo cruciale. Attualmente il cuneo fiscale italiano è uno dei più alti d’Europa: secondo l’OCSE, supera il 45% per un lavoratore medio. Una revisione della tassazione può liberare risorse per investimenti e assunzioni.
- Investimenti pubblici intelligenti: Destinare risorse del PNRR a progetti infrastrutturali che abbiano un ritorno economico misurabile: digitalizzazione della PA, efficientamento energetico e logistica integrata. Questo non solo stimola il PIL ma crea occupazione di qualità.
- Sostegno all’imprenditoria innovativa: Agevolazioni per startup, fondi di venture capital e programmi di accelerazione possono generare ecosistemi virtuosi. Il modello francese di Bpifrance o l’Innovation Fund tedesco sono riferimenti utili per politiche italiane future.
In questo contesto, anche il ruolo dell’Europa è determinante. Secondo il Centro Studi Confindustria, il supporto dei fondi europei deve essere vincolato a riforme efficaci, altrimenti rischia di esaurirsi in contributi a pioggia senza impatto duraturo.
Conclusioni: crescita lenta, soluzioni chiare
La crescita economica dell’Italia resta frenata da un insieme di problemi strutturali: bassa produttività, fiscalità eccessiva, investimenti privati limitati e incertezza globale. Tuttavia, non si tratta di ostacoli insormontabili.
Una strategia a lungo termine, supportata da riforme intelligenti, digitalizzazione e investimenti ben indirizzati, può invertire questa tendenza. Le PMI, le partite IVA e i giovani imprenditori possono essere i protagonisti di un nuovo ciclo di sviluppo, a condizione che vengano messi nelle condizioni di operare in un contesto moderno, agile e competitivo.
Il 2025 rappresenta un crocevia: o si coglie l’occasione delle risorse europee per innovare davvero, oppure si rischia di consolidare lo status quo. La scelta è politica, ma anche culturale.
Crescita lenta in Italia – Domande frequenti
Perché l’Italia cresce meno rispetto agli altri paesi europei?
A causa di fattori come bassa produttività, burocrazia inefficiente, investimenti deboli e tensioni internazionali che penalizzano l’export.
Qual è la previsione di crescita del PIL italiano nel 2025?
Secondo EY ed Eurostat, tra lo 0,4% e lo 0,8%, inferiore alla media UE stimata intorno all’1,3%.
Quali riforme potrebbero aiutare la crescita?
Semplificazione fiscale per le PMI, investimenti pubblici digitali, sostegno a innovazione e formazione professionale.
I fondi europei possono davvero fare la differenza?
Sì, ma solo se legati a riforme concrete e monitorati per garantire risultati misurabili nel tempo.

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.