La transizione digitale dei Comuni italiani rappresenta una delle sfide strategiche più importanti per la modernizzazione della pubblica amministrazione (PA). Digitalizzare i servizi locali non significa solo informatizzare le procedure, ma creare un ecosistema efficiente, sicuro e centrato sui bisogni del cittadino. Il percorso, tuttavia, è ancora a macchia di leopardo.

Il quadro normativo: una spinta europea e nazionale
L’impulso più forte è arrivato con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha stanziato oltre 6,74 miliardi di euro per la digitalizzazione della PA, di cui circa 2,1 miliardi destinati ai Comuni (Fonte: Dipartimento per la trasformazione digitale). L’obiettivo è promuovere l’adozione di soluzioni digitali standardizzate come SPID, CIE, PagoPA, app IO e l’infrastruttura cloud nazionale.
Il Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale ha dichiarato:
“I Comuni sono la prima linea di contatto tra cittadini e Stato. Se digitalizziamo loro, digitalizziamo davvero il Paese.”
Dove siamo: numeri e criticità
Secondo il Rapporto annuale AgID 2023 (AgID), oltre il 90% dei Comuni ha avviato almeno una delle misure previste dal PNRR, ma solo il 35% ha completato l’intero pacchetto di digitalizzazione (gestione documentale, interoperabilità, sicurezza, accesso ai servizi online).
Le difficoltà principali riscontrate:
- Carenza di competenze digitali nei piccoli comuni (sotto i 5.000 abitanti).
- Infrastrutture obsolete e scarsa connettività in molte aree rurali.
- Scarsa interoperabilità tra piattaforme informatiche diverse.
- Fatica nella migrazione al cloud: meno del 30% dei Comuni ha completato il passaggio al cloud pubblico o a infrastrutture certificate.
Casi virtuosi: il modello da seguire
Non mancano esempi di eccellenza. Il Comune di Milano ha digitalizzato l’80% dei propri servizi, permettendo ai cittadini di accedere online a pratiche edilizie, certificati anagrafici, pagamento di tributi e segnalazioni urbane. Anche realtà più piccole come il Comune di Lecce si sono distinte per aver introdotto piattaforme integrate di prenotazione e gestione pratiche con assistenti virtuali.
I prossimi passi: cloud e cittadinanza digitale
Il futuro della transizione digitale nei Comuni italiani passerà da:
- Adozione diffusa del cloud nazionale, grazie anche al supporto di infrastrutture come il Polo Strategico Nazionale (PSN).
- Cittadinanza digitale universale, con l’obiettivo di rendere ogni servizio pubblico accessibile tramite SPID o CIE.
- Formazione obbligatoria del personale PA, come previsto dal programma “Competenze digitali per la PA” promosso da Formez PA.
Conclusione
La digitalizzazione dei Comuni italiani non è solo un progetto tecnologico, ma un processo culturale e amministrativo. Richiede investimenti, visione strategica e una forte collaborazione tra enti centrali e locali. I fondi del PNRR rappresentano un’opportunità irripetibile: se ben gestiti, potranno rendere la macchina amministrativa italiana più efficiente, trasparente e vicina al cittadino.

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.