L’evoluzione delle reti mobili di quinta generazione, il 5G, rappresenta uno degli snodi cruciali per la competitività futura dell’Italia. Non è solo un salto di velocità per i nostri smartphone, ma la colonna portante su cui poggeranno l’Industria 4.0, la sanità digitale, le smart city e, in generale, l’intera digital transformation del Paese. Eppure, lo stato attuale del settore in Italia mostra un quadro a due velocità, dove l’ampia copertura fa da contraltare a un’adozione ancora parziale della sua forma più avanzata.
Copertura Estesa, ma il “Vero 5G” è Ancora un’Eccezione
Quando si parla di copertura 5G in Italia, i dati sono incoraggianti. Si stima che la copertura raggiunga percentuali elevate della popolazione, collocando il Paese tra i primi in Europa per estensione. Tuttavia, è fondamentale distinguere tra le diverse implementazioni. Gran parte di questa estensione è ottenuta attraverso l’architettura 5G Non Standalone (NSA), che sfrutta le infrastrutture e le frequenze esistenti del 4G (LTE), spesso utilizzando tecniche come il Dynamic Spectrum Sharing (DSS).
Questo approccio offre velocità superiori al 4G, ma non permette di sfruttare appieno le caratteristiche rivoluzionarie del 5G, come la bassissima latenza e la possibilità di connettere un numero massivo di dispositivi, essenziali per applicazioni critiche. Come evidenziato da analisi di settore, il tasso di adozione del “vero 5G”, l’architettura 5G Standalone (SA), in Italia è ancora in una fase iniziale, con il Paese impegnato a superare i limiti infrastrutturali e normativi per accelerare l’implementazione di queste reti dedicate. Il 5G SA è la tecnologia che sbloccherà il potenziale di servizi avanzati per imprese e Pubblica Amministrazione.

Il Ruolo Strategico del PNRR per Colmare il Divario
Per superare queste lacune e spingere l’Italia verso gli obiettivi digitali europei, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) gioca un ruolo da protagonista assoluto. La Missione 1, dedicata alla Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura, investe risorse significative per le infrastrutture digitali.
Nello specifico, il Piano Italia 5G prevede uno stanziamento di 2,02 miliardi di euro, il primo intervento pubblico di questa portata nel settore mobile. L’obiettivo primario è incentivare la diffusione delle reti 5G nelle cosiddette aree a fallimento di mercato, ovvero quelle zone meno popolate o economicamente meno attrattive dove l’investimento privato non sarebbe sufficiente. Questo finanziamento non si limita a innalzare i ripetitori, ma è cruciale per realizzare i necessari collegamenti in fibra ottica (backhauling) per tutti i nuovi siti radiomobili, sostituendo i meno performanti ponti radio e garantendo la qualità del servizio in linea con le promesse del 5G.
Questo investimento è una scommessa sul futuro economico: si stima che il solo mercato 5G in Italia potrebbe valere fino a 200 milioni di euro entro i prossimi anni, specialmente nel segmento Business-to-Business (B2B), trainato da settori come l’arricchimento dell’esperienza in Arte, Turismo & Hospitality (grazie a realtà aumentata e virtuale) e l’automazione industriale.
Oltre il 5G: la Visione Olistica delle Infrastrutture Digitali
La visione delle infrastrutture digitali in Italia non si ferma alle onde radio. Il PNRR agisce su più fronti, riconoscendo che la transizione digitale richiede un ecosistema interconnesso di alta qualità:
- Banda Ultra Larga (BUL): Il piano “Italia a 1 Giga” mira a garantire la copertura con velocità di connessione di almeno 1 Gbps per l’intera nazione entro il 2026, utilizzando un mix di tecnologie come FTTH (Fiber to the Home) e FWA (Fixed Wireless Access).
- Polo Strategico Nazionale (PSN): Con un investimento di 900 milioni di euro, il PSN è l’infrastruttura cloud ad alta affidabilità pensata per ospitare dati e servizi strategici della Pubblica Amministrazione (PA). La migrazione verso il cloud della PA (con l’obiettivo di coinvolgere circa il 75% delle amministrazioni entro il 2026) è un pilastro per l’efficienza e la sicurezza dei servizi pubblici.
- Banda 26 GHz: L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha recentemente completato l’iter regolatorio per l’assegnazione e l’utilizzo delle frequenze nella banda 24.25-26.5 GHz. Questa banda, insieme a quelle già assegnate nel 2018 (come 700 MHz e 3.6-3.8 GHz), è cruciale per lo sviluppo del 5G, in particolare per le applicazioni Fixed Wireless Access (FWA) e per garantire elevate capacità di trasmissione in aree circoscritte.
- Trasparenza del Servizio: Per proteggere i consumatori e garantire la qualità, AGCOM ha introdotto un sistema di etichettatura a bollini per le offerte 5G. Il Bollino Verde identifica le offerte senza limitazioni di velocità, il Giallo quelle con un limite pari o superiore a 20 Mbit/s, e il Rosso le offerte più lente. Questa mossa mira a portare chiarezza sul livello effettivo di servizio 5G acquistato dagli utenti.
La Sfida Culturale e Operativa
L’avanzamento infrastrutturale va di pari passo con la sfida operativa e culturale. I grandi progetti sistemici, che coinvolgono settori come la transizione verso il 5G di polizia, ferrovie e utilities, sono fondamentali per creare massa critica e standardizzare l’uso della nuova tecnologia in ambiti B2B, come sottolineato dall’Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano. Solo attraverso l’integrazione del 5G nei processi produttivi e nella pubblica amministrazione l’Italia potrà sfruttare appieno i benefici attesi.
Il percorso è tracciato e le risorse (27% del PNRR dedicato alla transizione digitale) sono in campo, ma la reale capacità di spesa e di realizzazione dei progetti entro le scadenze del 2026 sarà il vero banco di prova per il futuro digitale italiano.
FAQ su 5G e Infrastrutture Digitali in Italia
Qual è la principale differenza tra 5G NSA e 5G SA?
La differenza sostanziale riguarda l’architettura. Il 5G Non Standalone (NSA) utilizza il core network (il “cervello” della rete) del 4G, offrendo velocità maggiori ma mantenendo limiti sulla latenza. Il 5G Standalone (SA), invece, è una rete completamente autonoma con un core 5G dedicato. Solo il 5G SA è in grado di garantire l’altissima velocità, la bassissima latenza e la densità di connessioni necessarie per la telemedicina avanzata e la guida autonoma.
Come interviene il PNRR nello sviluppo del 5G in Italia?
Il PNRR, tramite il Piano Italia 5G, ha stanziato 2,02 miliardi di euro. L’obiettivo è incentivare la realizzazione di infrastrutture 5G (come nuovi siti e collegamenti in fibra ottica) nelle aree a fallimento di mercato. Questi fondi sono essenziali per portare il 5G dove l’investimento privato non è economicamente sostenibile, garantendo così una copertura più omogenea sul territorio nazionale e un servizio di alta qualità.
Cosa sono i “bollini” introdotti da AGCOM per le offerte 5G?
I bollini sono un sistema di etichettatura voluto da AGCOM per aumentare la trasparenza sulle offerte di connettività mobile. Il Bollino Verde indica offerte senza limiti di velocità, il Giallo quelle con un limite pari o superiore a 20 Mbit/s, e il Rosso quelle inferiori a 20 Mbit/s. Questo strumento è stato introdotto per aiutare i consumatori a distinguere la qualità effettiva del servizio 5G proposto dai diversi operatori.
Perché le infrastrutture cloud come il Polo Strategico Nazionale (PSN) sono importanti?
Il PSN è fondamentale per la sicurezza e l’efficienza della Pubblica Amministrazione. È un’infrastruttura cloud nazionale ad alta affidabilità destinata a ospitare i dati e i servizi strategici della PA. Migrare al cloud le amministrazioni (obiettivo del PNRR) significa rendere i servizi pubblici più resilienti, sicuri e rapidi per cittadini e imprese, sfruttando le sinergie e gli standard operativi definiti dalla Strategia Cloud Italia.

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.