Hai mai pensato: “E se volessi sposare più di una persona… lo potrei fare?” Tranquillo, non sei il solo ad aver avuto questa curiosità — magari dopo aver visto qualche serie TV strampalata o sentito di comunità dove questo è normale. Ma in Italia? Spoiler: la trigamia è tutt’altro che semplice. Anzi, è proprio fuori legge.
E adesso ti spiego il perché, senza giri di parole.

Ma prima: cos’è sta trigamia?
In parole povere, la trigamia è quando una persona è sposata con tre partner contemporaneamente. Non è un triangolo amoroso, non è una storia complicata su Instagram… è proprio un matrimonio triplo. E sì, è un livello sopra la bigamia, che già di per sé è considerata reato in molti paesi.
La differenza tra trigamia e poligamia? La seconda è più “generica”, un concetto culturale e religioso che prevede più coniugi. La trigamia è specifica: tre matrimoni attivi nello stesso momento. Tre firme, tre fedi, tre suocere (ok, forse questo è troppo).
E la legge italiana cosa dice?
Chiariamo subito una cosa: in Italia, il matrimonio è monogamo. Punto. E non è solo una questione culturale o religiosa — è proprio scritto nero su bianco nel codice penale. L’articolo 556 del Codice Penale parla chiaro: la bigamia è un reato. Figuriamoci la trigamia.
“Chiunque, essendo legato da vincolo matrimoniale, contragga un altro matrimonio, è punito con la reclusione da uno a cinque anni.”
Quindi sì, se sei già sposato e provi a risposarti (una volta, figuriamoci due), rischi la galera. Non solo: anche il secondo (e terzo) matrimonio viene considerato nullo. In pratica, una bomba legale e affettiva pronta a esplodere.
E se mi sposo all’estero?
Bella domanda. Mettiamo che tu, italiano, vada in un Paese dove la poligamia è legale — tipo certi Stati islamici o regioni dell’Africa — e lì ti sposi con più persone. Tornando in Italia, pensi di essere in regola? Spoiler: no.
L’Italia non riconosce i matrimoni poligami celebrati all’estero se uno dei coniugi è cittadino italiano o residente. Quindi, anche se sei legalmente trigamo in un altro Paese, da noi sei come uno che ha solo una moglie… e gli altri sono “fantasmi” agli occhi della legge.
Certo, a meno che non ci siano figli, eredità, o contenziosi legati ai beni. Lì le cose si complicano, e i giudici devono fare acrobazie interpretative non da poco.
Ok, ma se siamo tutti consenzienti?
Ah, la domanda delle domande. “Se siamo tutti d’accordo, dove sta il problema?” Beh, in un mondo perfetto magari basterebbe l’amore e il consenso. Ma il matrimonio, in Italia, non è solo un fatto privato — è anche un contratto giuridico, con effetti legali ben precisi.
Ecco perché il poliamore non è reato, ma la trigamia sì. Puoi vivere in una casa con due partner, condividere affetti, bollette e vacanze a tre — nessuno ti verrà a bussare alla porta. Ma appena provi a legalizzare queste relazioni con un secondo o terzo matrimonio… ecco che scatta l’illegalità.
In pratica: cuore libero, stato civile no.
Cosa rischi davvero?
Oltre alla reclusione che abbiamo già citato, ci sono conseguenze belle pesanti:
- Il secondo e terzo matrimonio sono nulli, quindi niente diritti legali.
- Puoi essere denunciato da chiunque scopra la situazione (anche un vicino impiccione).
- Problemi con l’eredità, la separazione, l’assegno di mantenimento — un incubo legale.
E occhio: anche chi sposa una persona già sposata può essere considerato complice. Quindi non basta dire “non lo sapevo”.
Ma nel mondo, com’è la situazione?
Sorprendentemente più varia di quanto immagini. In alcuni Paesi, la poligamia è legale e socialmente accettata — ad esempio in Arabia Saudita, negli Emirati Arabi, in alcune regioni dell’India o in Mali. In Utah (USA), per anni è stata semi-tollerata in certe comunità religiose.
In Europa? Niente da fare. Praticamente ovunque, inclusi Francia, Germania, Spagna, e Regno Unito, vige la monogamia legale. L’Italia, insomma, non è un caso isolato — è anzi in buona compagnia.
Ma allora l’amore multiplo è illegale?
No, e qui torniamo al punto chiave. L’amore, in tutte le sue forme, non è punito. È l’atto formale del contrarre più matrimoni legali che fa scattare le sanzioni. Si può amare chi si vuole, come si vuole, ma quando entra di mezzo la legge — e con lei l’INPS, l’ISEE, i diritti patrimoniali — le cose cambiano.
In fondo, il matrimonio è anche un patto con lo Stato. E lo Stato, diciamolo, preferisce la semplicità.
Quindi… vale la pena rischiare?
Sai cosa? In un mondo dove le relazioni sono sempre più fluide, parlare di trigamia può sembrare moderno, persino rivoluzionario. Ma legalmente parlando, in Italia, è una via senza uscita.
Se il tuo cuore è grande, meglio restare nel campo delle relazioni aperte — magari con tanto amore, ma senza troppe firme.

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.