1. Contesto e dimensione del fenomeno in Italia
1.1 Cos’è una “Smart City” (concetto e definizioni)
Una città intelligente (smart city) è una città che utilizza in modo integrato tecnologie digitali, dati, infrastrutture e processi per migliorare la qualità della vita dei cittadini, aumentare l’efficienza dei servizi urbani e ridurre l’impatto ambientale.
In concreto, una smart city si fonda su:
- raccolta dati in tempo reale (tramite sensori, IoT, dispositivi connessi)
- elaborazione analitica e modelli predittivi (Big Data, AI)
- sistemi di regolazione automatica o assistita (es. controllo del traffico, illuminazione, reti energetiche)
- interoperabilità delle piattaforme e integrazione dei servizi
- partecipazione dei cittadini (open data, strumenti digitali di interazione)
- visione strategica urbana che connette mobilità, energia, ambiente, sicurezza, infrastrutture, edilizia e governance
È importante sottolineare che non si tratta solo di “mettere sensori” ma di trasformare la città in un organismo dati‑centrico in grado di “reagire”, anticipare, pianificare e adattarsi.

1.2 Dimensione del mercato e trend in Italia
Negli ultimi anni il mercato delle smart city in Italia ha superato il miliardo di euro, con una crescita registrata dello +11 % nel 2023 rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, questo trend evidenzia luci e ombre:
- Il tasso di crescita è inferiore rispetto ad altri Paesi europei: mentre alcune nazioni registrano incrementi tra il 20 % e il 22 %, l’Italia si attesta a circa l’11 %.
- Solo un Comune su cinque (circa il 20 ‑ 22 %) ha già avviato almeno un progetto di smart city nel triennio 2021‑2023. Infobuildenergia
- Tuttavia, è in corso una forte intenzione progettuale: il 58 % dei Comuni intervistati prevede di lanciare almeno un progetto smart entro i prossimi 12 mesi, e il 28 % entro i prossimi 2‑3 anni.
Le tecnologie più finanziate finora includono:
- illuminazione pubblica intelligente (Smart Lighting)
- mobilità intelligente (Smart Mobility)
- metering e gestione da remoto di acqua, gas, energia (Smart Metering)
- reti elettriche intelligenti (Smart Grid).
Ma gli enti locali segnalano ostacoli importanti: mancanza di personale qualificato (52 %), risorse finanziarie insufficienti (48 %) e carenza di competenze interne (47 %) sono tra le criticità più citate. Infobuildenergia
In sintesi: l’Italia ha una base crescente in termini di progetti e investimenti, ma le barriere strutturali (governance, competenze, risorse) rallentano la piena diffusione.
2. Tecnologie abilitanti e modelli emergenti
Per comprendere come funzionano (o possano funzionare) le smart city in Italia, è utile esplorare le tecnologie abilitanti e i modelli architetturali che le sostengono.
2.1 Principali tecnologie abilitanti
Alcune delle tecnologie chiave includono:
Tecnologia | Funzione principale / ruolo urbano | Note e vincoli |
---|---|---|
Internet of Things (IoT) | Sensori e dispositivi connessi per raccogliere dati (traffico, qualità dell’aria, energia, consumo) | Deve garantire interoperabilità e sicurezza |
Big Data & Analytics / AI | Analisi predittiva, modelli decision support, rilevazione anomalie | Richiede infrastrutture di calcolo e set di dati puliti |
Cloud / Edge Computing | Elaborazione e memorizzazione dei dati, scalabilità | Scelta fra centralizzazione o elaborazione localizzata |
Digital Twin (Gemelli Digitali) | Replica digitale della città per simulazioni, “what-if”, visione integrata | Permette test virtuali prima di interventi reali |
5G / connettività avanzata | Comunicazioni a bassa latenza per scenari real‑time | Copertura diffusa spesso mancante |
Open Data & API / interoperabilità | Condivisione dati tra domini, integrazione servizi | Richiede standard comuni e regole di governance |
Piattaforme integrate / middleware | Gestione dei flussi, orchestrazione dei servizi urbani | Devono supportare modularità e decoupling |
Ad esempio, l’uso del gemello digitale (Digital Twin) sta emergendo come un modello forte: consente di monitorare in tempo reale, simulare scenari alternativi e valutare impatti prima di attuare interventi fisici.
Un caso concreto è il gemello digitale di Firenze basato sulla piattaforma Snap4City (open source) che integra dati IoT, mappe 3D, analisi predittive, simulazioni “what-if” e dashboard visuali.
2.2 Modelli di governance e architetture urbane
Nel modello “smart city” l’elemento tecnologico deve integrarsi con processi amministrativi e modelli decisionali. Alcuni approcci interessanti:
- Living Lab urbano: sperimentazione in contesti reali con coinvolgimento di cittadini, imprese e PA.
- Piattaforme interoperabili che fungono da “strato di integrazione” tra vari sistemi (mobilità, energia, ambiente).
- Approccio modulare / microservizi che consente di adattare, sostituire o implementare nuove componenti senza rifare tutto.
- Civic Digital Twin: evoluzione del digital twin che integra non solo dati fisici e infrastrutturali, ma anche elementi sociali e comportamentali, per modellare dinamiche cittadine (es. nel progetto a Bologna).
Una città non diventa smart solo con la tecnologia: serve una strategia urbana coerente, regole di governance, politiche di dati e il coinvolgimento attivo dei cittadini (engagement, open data, strumenti di partecipazione).
2.3 Ambiti applicativi urbani
Le smart city si declinano in vari ambiti applicativi. Di seguito alcuni esempi:
- Mobilità intelligente: percorsi ottimizzati, semafori adattivi, sistemi di ticketing automatizzati, veicoli elettrici e infrastrutture di ricarica.
- Illuminazione pubblica intelligente: regolazione in funzione del traffico, guasti segnalati automaticamente.
- Energia e reti (Smart Grid / microreti): bilanciamento carico, integrazione incentivi, gestione domanda.
- Acqua e rete idrica smart: monitoraggio perdite, pressione, qualità.
- Ambiente e qualità dell’aria: sensori diffusi di inquinanti, algoritmi predittivi, sistemi di allerta.
- Rifiuti intelligenti: cassonetti che segnalano il livello, ottimizzazione percorsi.
- Edifici e infrastrutture smart: gestione energetica, climatizzazione automatizzata, manutenzione predittiva.
- Turismo e cultura intelligente: app interattive, percorsi digitali, gestione flussi e prenotazioni.
- Servizi digitali ai cittadini: portali, app per segnalazioni, partecipazione civica.
Molti progetti reali italiani combinano più di un dominio.
3. Casi reali in Italia: esperienze emblematiche
Passiamo ora a esempi concreti italiani che dimostrano, in modi diversi, come la smart city stia diventando realtà (e dove si incontrano limiti e opportunità).
3.1 Firenze – Snap4City e gemello digitale urbano
La città di Firenze è uno dei casi più avanzati in Italia per l’utilizzo del gemello digitale. La piattaforma Snap4City, sviluppata dal DISIT Lab dell’Università di Firenze, offre un ecosistema open source per integrare dati, IoT, modelli, visualizzazioni e simulazioni.
Caratteristiche salienti:
- mappatura 3D della città con dati in tempo reale, heatmap, sensori, KPI, flussi di traffico, qualità dell’aria.
- capacità di simulazione “what-if” per verificare impatti di scenari (modifiche all’urbanistica, traffico, eventi).
- architettura modulare, supporto a vari protocolli IoT e interoperabilità FIWARE.
Questo caso dimostra che, con una piattaforma ben strutturata e una governance adeguata, è possibile gestire una visione integrata della città, utile per pianificazione, monitoraggio e reazione in tempo reale.
3.2 Imola – mobilità “zero interaction”
Un progetto interessante è la sperimentazione a Imola (Emilia‑Romagna) di un sistema di mobilità intelligente “zero interaction”: il cittadino può accedere al trasporto pubblico senza dover fare azioni manuali (biglietto, convalida), grazie a un sistema automatizzato che preserva la privacy. arXiv
In termini tecnici, il sistema utilizza una struttura che lega i dati degli spostamenti alle infrastrutture, senza esporre informazioni individuali, in linea con i principi “privacy‑by‑design”.
3.3 Catania e Siracusa – piattaforma di partecipazione (PRISMA)
Negli anni scorsi, il progetto PRISMA (Interoperable cloud platforms for smart government) ha sviluppato una piattaforma cloud interoperabile per l’engagement dei cittadini e la gestione digitale dei processi amministrativi. Il software è stato adottato nei Comuni di Catania e Siracusa in Sicilia. arXiv
L’obiettivo era creare un’architettura aperta per consentire alle istituzioni di attivare applicazioni personalizzate, favorire la partecipazione e la collaborazione nella gestione urbana.
3.4 Illuminazione intelligente: il ruolo di Enel Sole / Enel X
Enel (tramite la controllata Enel Sole) opera in Italia nel settore dell’illuminazione pubblica, promuovendo soluzioni “smart” per ridurre consumi ed emissioni, segnalare guasti e monitorare parametri ambientali. Wikipedia
Attraverso la piattaforma Enel YoUrban, vengono gestiti in tempo reale servizi come illuminazione, videosorveglianza e sensori ambientali, con integrazione open data (es. indici di CO₂, modelli urbani, città a 15 minuti). Wikipedia
3.5 Altri esempi locali
Altri casi di iniziative smart in città italiane includono:
- Torino: sperimentazioni su mobilità, infrastrutture connesse, sensoristica urbana.
- Bergamo, Bologna, Trento: città in cima alle classifiche nazionali ICity Rank per capacità innovativa e sostenibilità.
- Genova: integrazione di autobus, metro e funicolari in un sistema di mobilità connessa.
- Cagliari: uso di sensori per il microclima e monitoraggio ambientale urbano.
- Venezia: progetti hi-tech per gestione flussi turistici, controllo ambientale e mobilità acquea.
Questi esempi mostrano come ogni città adotti soluzioni differenziate, spesso concentrate su uno o pochi ambiti.
4. Sfide, ostacoli e fattori critici di successo
Anche se i casi reali dimostrano che la smart city non è un’utopia, la strada verso una città “pienamente intelligente” è irta di sfide. Di seguito le principali:
4.1 Barriere strutturali e organizzative
- Scarso capitale umano interno: molti Comuni, specie quelli più piccoli, non dispongono di personale tecnico qualificato per gestire progetti complessi.
- Vincoli finanziari: anche con fondi nazionali e europei (es. PNRR), l’allocazione e la sostenibilità delle operazioni è complessa.
- Rigidità burocratica: procedure di gara, normative e freni normativi rallentano l’adozione.
- Frammentazione dei dati e dei sistemi: spesso i sistemi sono silo, non interoperabili, con dati non standardizzati.
- Sostenibilità a lungo termine: mantenimento, aggiornamento e gestione operativa richiedono risorse continue.
4.2 Complessità tecnica
- Integrazione e interoperabilità: un grande ostacolo è connettere sistemi eterogenei (mobilità, energia, ambiente) con protocolli e formati diversi.
- Scalabilità: molti sistemi pilota funzionano su piccolo scala, ma è difficile estenderli a livello cittadino intero.
- Privacy e sicurezza: l’uso di dati sensibili richiede compliance GDPR, sicurezza, anonimizzazione.
- Affidabilità della sensoristica: guasti, tarature, manutenzione dei sensori sono nodi critici.
- Gestione dei “gemelli digitali”: la sincronizzazione tra mondo reale e virtuale richiede aggiornamenti continui e modelli precisi.
4.3 Aspetti sociali e culturali
- Partecipazione e accettazione: i cittadini devono essere coinvolti, informati e partecipare ai processi decisionali.
- Equità territoriale: differenze tra grandi città e piccoli Comuni o aree periferiche.
- Gap digitale sociale: segmenti popolari della popolazione potrebbero non avere accesso o competenze digitali.
- Mancanza di visione strategica: senza una strategia chiara, i progetti rischiano di essere disarticolati e di breve durata.
4.4 Fattori critici di successo
Per massimizzare le probabilità di successo, è utile considerare:
- Strategia urbana integrata: progetti inseriti in un piano a medio-lungo termine, non iniziative isolate.
- Governance trasparente e multidisciplinare: team tecnico, politico e stakeholder con ruoli chiari.
- Approccio modulare e scalabile: permettere evoluzioni progressive, “plug & play”.
- Standard e open data: favorire l’interoperabilità e l’ecosistema di soluzioni.
- Sostenibilità economica: modelli finanziari che includano manutenzione e aggiornamento continuo.
- Formazione e competenze locali: rafforzare le capacità dell’ente, non solo affidare ad esterni.
- Coinvolgimento reale dei cittadini: strumenti per ascolto, segnalazioni, collaborazione.
- Monitoraggio e valutazione: indicatori chiari di performance (KPI) e revisioni periodiche.
5. Prospettive future in Italia
Quali scenari è lecito attendersi per le smart city italiane nei prossimi anni?
5.1 Espansione del Digital Twin urbano e Civic Digital Twins
Il concetto di digital twin urbano è destinato a crescere. In particolare, l’evoluzione verso Civic Digital Twins (gemelli che includono dati sociali, comportamentali, opinioni dei cittadini) sta emergendo come un’estensione promettente. Un esempio in corso è il progetto a Bologna, che mira a integrare dati fisici con modelli sociali e promuovere la co-progettazione con i cittadini. arXiv
Questo paradigma rappresenta il passaggio da una mera replica digitale della città a uno strumento vivo di governance partecipata.
5.2 Convergenza con il paradigma “15-minute city” e “città rigenerative”
I concetti urbani emergenti (es. la città dei 15 minuti, spazi verdi integrati, rigenerazione urbana) si combinano con la tecnologia. Le smart city saranno sempre più pensate per portare servizi urbani entro 15 minuti a piedi o in bicicletta, sostenute da infrastrutture digitali che rendono possibile questa densità funzionale.
5.3 Intelligenza artificiale predittiva e autonomizzazione
L’uso di AI e modelli predittivi crescerà: ad esempio per prevedere la domanda energetica, traffico, eventi climatici, manutenzioni. Automatismi e sistemi auto‐regolanti (semplificando gli interventi umani) diventeranno sempre più diffusi.
5.4 Diffusione anche nei piccoli Comuni
Finora molte smart city sono concentrate nei capoluoghi o città di media dimensione. Con l’abbassarsi dei costi delle tecnologie IoT e l’emergere di piattaforme modulari, è probabile che anche Comuni più piccoli adotteranno progetti “light” o clusterizzati (es. reti intercomunali).
5.5 Ecosistemi di innovazione urbana
Le città non saranno più soli attori chiave: si rafforzeranno le reti di stakeholder (università, startup, imprese, terzo settore) che co-progetteranno soluzioni urbane. Challenge, hackathon, lab urbani, open innovation saranno sempre più presenti.
5.6 Integrazione con politiche climatiche e resilienza
La dimensione ambientale diventerà sempre più centrale: smart cities dovranno essere resilienti (cambiamenti climatici, siccità, allagamenti) e contribuire a obiettivi nazionali/UE di riduzione emissioni, neutralità carbonica, economia circolare, energie rinnovabili.
6. Conclusione: opportunità per l’Italia
L’Italia è in una fase cruciale: ha competenze, esperienze e infrastrutture emergenti, ma deve affrontare lacune strutturali. Le smart city possono rappresentare uno strumento chiave per:
- rilanciare le città come motori di innovazione e attrattività
- migliorare la qualità della vita e sostenibilità urbana
- stimolare nuovi modelli economici locali basati su dati, servizi digitali e piattaforme
- supportare gli obiettivi del PNRR e della transizione ecologica
Tuttavia, il successo non è automatico: serve pianificazione strategica, visione urbana condivisa, competenze interne, modelli finanziari sostenibili e forte partecipazione civica.

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.