L’Italia abbraccia la sostenibilità: il futuro dei Green Data Center

Panoramica aerea di un Green Data Center moderno in Italia

Il mondo digitale corre veloce, e con esso la necessità di infrastrutture potenti per gestire la mole crescente di dati generati dall’Intelligenza Artificiale, dal cloud e dall’IoT. Dietro ogni clic, ogni streaming e ogni transazione si celano i Data Center, veri e propri motori dell’economia moderna, che però hanno un rovescio della medaglia: il loro elevato consumo energetico e l’impatto ambientale. In questo scenario, l’Italia sta emergendo come un polo strategico in Europa, spingendo con decisione verso i Green Data Center per ridurre consumi e impronta ecologica.

Panoramica aerea di un Green Data Center moderno in Italia

Lo stato dell’arte in Italia: un hub digitale sempre più verde

L’Italia, e in particolare la Lombardia, sta vivendo un vero e proprio boom degli investimenti nel settore: si attendono 23 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, un segnale della nuova centralità industriale del Paese, come evidenziato da uno studio di The European House – Ambrosetti (Teha). Ma la crescita non è solo quantitativa, è soprattutto qualitativa.

La nostra penisola vanta una posizione privilegiata grazie alla sua matrice energetica sempre più sostenibile. I dati aggiornati al 2024 mostrano che il 41,2% del fabbisogno elettrico nazionale è coperto da fonti rinnovabili, avvicinandosi notevolmente alla quota dei combustibili fossili (42,5%). Questa abbondanza di energia eolica, idroelettrica, fotovoltaica e geotermica rende l’Italia una piattaforma ideale per ospitare infrastrutture digitali green di ultima generazione.

Le strategie per un impatto ambientale minimo

L’adozione di soluzioni ecologiche non è solo una scelta etica, ma un imperativo economico. Le strategie adottate dai principali operatori italiani si concentrano su due aree chiave: l’efficienza energetica e la riduzione degli sprechi idrici.

1. Efficienza Energetica e PUE

L’indicatore cruciale per misurare la sostenibilità è il PUE (Power Usage Effectiveness), che esprime il rapporto tra l’energia totale consumata dalla struttura e quella effettivamente usata dai dispositivi IT. Un PUE ideale è 1,0. Sebbene la media globale sia migliorata, passando da 2,5 nel 2007 a circa 1,57 nel 2021, gli operatori all’avanguardia in Italia stanno puntando a valori ancora più bassi.

Le tecniche più diffuse per abbassare il PUE includono:

  • Free Cooling: L’utilizzo dell’aria esterna, o di scambiatori di calore ad alta efficienza (come nel caso dell’Eni Green Data Center), per raffreddare i server, una soluzione particolarmente vantaggiosa nelle regioni più fredde o grazie a design specifici che sfruttano l’ambiente esterno.
  • Contenimento del Caldo/Freddo: Isolando il corridoio freddo da quello caldo (o viceversa) si impedisce la miscelazione dell’aria, garantendo che i sistemi di raffreddamento lavorino al minimo sforzo.
  • Virtualizzazione e Hardware ad Alta Efficienza: Sfruttare la virtualizzazione e hardware di ultima generazione riduce il numero di server fisici necessari e ottimizza il carico di lavoro, portando a un risparmio energetico significativo.

2. Recupero del Calore e Economia Circolare

Il calore generato dai server, tradizionalmente sprecato, può diventare una risorsa. Alcuni data center italiani, come quelli di Milano-Rozzano, sono stati integrati nelle reti di teleriscaldamento cittadino. Questo approccio trasforma un sottoprodotto del consumo in energia utile per riscaldare abitazioni e uffici, incarnando un perfetto esempio di economia circolare applicata all’infrastruttura digitale.

Inoltre, il tema dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) è centrale. Si stima che i data center italiani potrebbero generare oltre 147.000 tonnellate di RAEE all’anno entro la metà del prossimo decennio. Attivare una filiera nazionale del trattamento, con circa 74.000 tonnellate riciclabili, genera un valore economico annuo stimato di 133 milioni di euro, oltre a ridurre l’impatto ambientale.

Normativa e incentivi: una cornice in evoluzione

Per sostenere questa transizione, il quadro normativo italiano si sta muovendo.

Attualmente è in fase di esame in Parlamento una proposta di legge quadro nazionale che mira a fornire una cornice unica e coerente per la realizzazione e gestione dei Data Center. L’obiettivo è duplice: attrarre investimenti e garantire la sostenibilità. Tra i temi chiave vi è la valorizzazione del recupero di aree dismesse (brownfield) e l’incentivo all’uso di energie rinnovabili. Le Linee guida del Ministero dell’Ambiente (agosto 2024) già spingono in questa direzione.

A livello europeo, il Codice di Condotta dell’UE sull’efficienza energetica (EU CoC DC) e i regolamenti di ecodesign per i server offrono un punto di riferimento per le best practice, incoraggiando soluzioni di economia circolare che prolunghino la vita utile dei server.

La sostenibilità in Italia non è più solo una questione di immagine, ma un pilastro strategico che unisce competitività economica e responsabilità ambientale, creando i presupposti per una crescita del PIL stimata tra il 6% e il 15% nello scenario di pieno sviluppo del settore.


Domande Frequenti (FAQ)

1. Che cos’è il PUE e perché è importante per i Green Data Center? Il PUE, o Power Usage Effectiveness, è un indicatore che misura l’efficienza energetica di un data center. Si calcola dividendo l’energia totale assorbita dall’impianto per l’energia effettivamente utilizzata dall’attrezzatura IT. Un valore vicino a 1,0 indica la massima efficienza. Ad esempio, un data center con PUE 1,5 spreca 0,5 unità di energia per il raffreddamento e l’infrastruttura per ogni unità di energia utilizzata dai server. Ridurre il PUE è fondamentale per minimizzare i consumi.

2. Quali sono i principali vantaggi economici di un Data Center sostenibile? I vantaggi economici sono molteplici. In primo luogo, l’efficienza energetica (grazie al free cooling e all’hardware ottimizzato) riduce i costi operativi a lungo termine. In secondo luogo, l’adozione di criteri ESG (Ambientali, Sociali e di Governance) migliora la reputazione aziendale, rendendo l’impresa più attrattiva per clienti, investitori e talenti, oltre a garantire la conformità alle normative europee.

3. In che modo i Data Center italiani contribuiscono all’economia circolare? L’Italia sta promuovendo l’economia circolare nel settore in diversi modi. Oltre all’impegno per il riciclo dei RAEE, come le 74.000 tonnellate riciclabili stimate, una pratica virtuosa è il recupero del calore in eccesso per integrarlo nelle reti di teleriscaldamento locali, come accade in alcuni impianti in Lombardia. Si valorizzano anche le aree industriali dismesse (brownfield) per la costruzione di nuove strutture, limitando il consumo di suolo.

4. Esistono incentivi specifici in Italia per la costruzione di infrastrutture green? A livello nazionale è in discussione una legge quadro per dare ordine normativo e facilitare gli investimenti. Segnali importanti arrivano dalle Linee guida del Ministero dell’Ambiente (agosto 2024) che incentivano l’uso di rinnovabili e il riutilizzo di siti dismessi. Anche se al momento i data center non rientrano nelle agevolazioni per le imprese energivore, le aziende possono accedere a crediti fiscali e sottoscrivere Power Purchase Agreements (PPA) per l’acquisto diretto di energia verde.