Il bonus affitto digitale 2025 è una misura pensata per sostenere imprese e professionisti che investono in soluzioni digitali innovative. La nuova normativa introduce regole aggiornate, criteri di accesso e modalità di richiesta semplificate.
Il punto chiave: il bonus affitto digitale 2025 finanzia fino al 50% dei costi per piattaforme online, e-commerce e strumenti digitali utili a migliorare competitività e innovazione.

Che cos’è il bonus affitto digitale 2025?
Il bonus è un credito d’imposta destinato ad aziende, start-up e liberi professionisti che sostengono spese per il noleggio o l’affitto di software, piattaforme cloud, servizi di e-commerce e infrastrutture digitali.
Obiettivo: accelerare la trasformazione digitale del tessuto economico italiano, incentivando l’adozione di strumenti tecnologici in linea con l’Agenda Digitale Europea.
La normativa 2025 amplia la platea dei beneficiari e semplifica le procedure di accesso.
Chi può richiedere il bonus affitto digitale 2025?
La normativa individua i seguenti destinatari:
- PMI e microimprese attive in tutti i settori economici.
- Start-up innovative con sede legale in Italia.
- Liberi professionisti con partita IVA.
- Cooperative e associazioni che svolgono attività economiche.
Restano esclusi i soggetti che hanno già beneficiato di agevolazioni simili non rendicontate correttamente.
Fonte: Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Quali spese copre il bonus affitto digitale?
La normativa 2025 riconosce il bonus per:
- Piattaforme di e-commerce in abbonamento.
- Software gestionali e CRM in cloud.
- Hosting e servizi di server virtuali.
- Strumenti di cybersecurity a noleggio.
- Applicazioni per smart working e collaborazione digitale.
Sono escluse le spese per dispositivi fisici come PC, smartphone o stampanti.
Quanto copre il bonus affitto digitale 2025?
Il contributo previsto dalla normativa copre:
- Fino al 50% delle spese ammissibili.
- Con un tetto massimo di 10.000 euro per impresa e 5.000 euro per professionisti.
- Credito d’imposta da utilizzare in compensazione tramite modello F24.
Questa misura rientra nel piano di incentivi fiscali previsti dalla Legge di Bilancio 2025.
Fonte: Gazzetta Ufficiale.
Come fare domanda per il bonus affitto digitale 2025?
- Registrarsi sulla piattaforma del MIMIT con SPID o CNS.
- Caricare la documentazione delle spese sostenute o preventivate.
- Attendere la validazione dell’ente competente.
- Ricevere il credito d’imposta utilizzabile in compensazione.
La domanda deve essere presentata entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto attuativo.
Quali sono i vantaggi per imprese e professionisti?
- Riduzione dei costi digitali fino al 50%.
- Miglioramento della competitività attraverso strumenti online più avanzati.
- Maggiore accesso a mercati digitali nazionali e internazionali.
- Sostegno alla transizione tecnologica, in linea con gli obiettivi del PNRR.
Bonus affitto digitale e transizione 4.0: quali collegamenti?
Il bonus si affianca agli incentivi già previsti dal piano Transizione 4.0, con focus specifico sul software e sulle piattaforme digitali a canone.
La misura mira a colmare il gap tecnologico delle PMI italiane rispetto agli altri Paesi europei.
Il bonus affitto digitale 2025 rappresenta un tassello della strategia nazionale per l’innovazione.
FAQ
1. Il bonus affitto digitale 2025 è cumulabile con altri incentivi?
Sì, la normativa prevede la cumulabilità con altri strumenti fiscali come Transizione 4.0, purché non si superi il limite delle spese effettivamente sostenute e documentate.
2. È necessario avere dipendenti per richiedere il bonus?
No, anche i liberi professionisti con partita IVA possono accedere, a condizione di rispettare i requisiti previsti dal decreto e dimostrare l’utilizzo dei servizi digitali.
3. Il bonus copre anche piattaforme di marketing online?
Sì, se strutturate come servizi SaaS o in abbonamento, rientrano tra le spese ammissibili. Restano escluse invece le spese pubblicitarie una tantum.
4. Come viene erogato il bonus affitto digitale?
Il beneficio è riconosciuto sotto forma di credito d’imposta, utilizzabile in compensazione nel modello F24 a partire dall’anno fiscale successivo all’approvazione della domanda.

Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.