La trasformazione digitale non è più un’opzione, ma una necessità impellente per la Pubblica Amministrazione (PA) in Italia e in Europa. Per cogliere appieno i benefici di questa rivoluzione, non basta acquistare nuove tecnologie. Il vero nodo cruciale risiede nelle competenze digitali del personale della PA, un patrimonio umano che deve essere costantemente aggiornato e valorizzato.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destina risorse significative alla digitalizzazione, riconoscendo che investire in infrastrutture e piattaforme è inutile se non si investe parallelamente nella capacità della Pubblica Amministrazione di utilizzare gli strumenti digitali. I cittadini e le imprese, abituati a servizi rapidi e intuitivi nel settore privato, si aspettano lo stesso livello di efficienza anche dagli enti pubblici.

Il Divario da Colmare: Perché Urge Agire
Secondo il Digital Economy and Society Index (DESI) 2024, l’Italia, pur avendo compiuto progressi, si trova ancora ad affrontare sfide significative in termini di capitale umano digitale. Se il Paese nel complesso mostra un miglioramento, l’efficacia della PA è direttamente correlata al livello di alfabetizzazione digitale dei suoi dipendenti.
Un dipendente che fatica a usare la firma digitale, che non comprende i principi della cyber security di base, o che non sa sfruttare i dati per prendere decisioni più informate, rallenta l’intero apparato. Questa lentezza non è solo un fastidio burocratico; si traduce in costi economici e in una riduzione della fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Come sottolineato dal Dipartimento della Funzione Pubblica, il rilancio della PA passa per un piano organico di upskilling e reskilling. Non si tratta solo di saper usare un computer, ma di acquisire un mindset orientato all’innovazione e alla gestione del cambiamento.
Citazione: “La vera sfida della digitalizzazione della PA non è la tecnologia, ma la cultura. Dobbiamo trasformare la PA in un’organizzazione che ‘pensa digitale’.” – Dato anonimo di un esperto di settore, a evidenziare il cambio di paradigma.
Le Competenze Digitali Cruciali per la PA
Il Framework delle Competenze Digitali per i Cittadini (DigComp) offre una base eccellente, ma per la Pubblica Amministrazione è necessario un focus specifico su aree strategiche.
1. Competenze Tecnologiche Avanzate
Non tutti devono essere sviluppatori, ma i funzionari devono familiarizzare con tecnologie emergenti.
- Gestione del Cloud: La migrazione dei dati e dei servizi verso il cloud è fondamentale per l’efficienza e la scalabilità. La PA deve avere figure capaci di gestirne la sicurezza e l’architettura.
- Analisi dei Dati (Data Analytics): I dati raccolti dalla PA (demografici, sanitari, economici) sono un tesoro inutilizzato. Saperli analizzare e trasformare in conoscenza permette di disegnare politiche pubbliche più efficaci e mirate.
- Sicurezza Informatica: La protezione dei dati sensibili è una responsabilità primaria. La formazione continua sulla cyber security e sul Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) è non negoziabile per tutti i livelli.
2. Competenze di Lavoro e Collaborazione Digitale
Il digital workplace richiede nuove dinamiche:
- Lavoro Agile e Smart Working: Saper utilizzare strumenti di collaborazione remota (piattaforme per videoconferenze, project management) e gestire processi dematerializzati è cruciale per la flessibilità e la resilienza organizzativa.
- Amministrazione Trasparente: L’uso consapevole dei canali digitali per la comunicazione istituzionale, garantendo l’accessibilità e la chiarezza delle informazioni, è un pilastro della trasparenza amministrativa.
3. Competenze Strategiche e di Leadership Digitale
La direzione e i quadri intermedi hanno il compito di guidare il cambiamento:
- Gestione dell’Innovazione: Le leadership devono essere in grado di identificare e implementare soluzioni digitali che migliorino i servizi, superando la resistenza al cambiamento e promuovendo l’uso di standard aperti e interoperabili.
- Approvvigionamento Digitale: La capacità di acquistare soluzioni IT appropriate e innovative, comprendendo il ciclo di vita del software e i requisiti per l’interoperabilità dei sistemi, è vitale per evitare sprechi e lock-in tecnologici.
Percorsi di Formazione e Esempi Pratici
La strategia formativa deve essere stratificata e mirata ai diversi ruoli. L’esperienza di alcuni Paesi europei offre spunti interessanti. Ad esempio, l’Estonia ha implementato programmi di formazione intensivi che hanno portato a una PA quasi interamente paperless.
In Italia, iniziative come Scuole di Formazione e programmi specifici finanziati dal PNRR mirano a creare un hub di eccellenza digitale nella PA. È fondamentale che i corsi non siano solo teorici, ma basati su laboratori pratici e case study reali che simulino le sfide quotidiane dell’ente.
Un esempio concreto: Un Comune che adotta una piattaforma unica per le istanze edilizie non può limitarsi a distribuire un manuale. I tecnici e i funzionari devono esercitarsi nella gestione dei flussi documentali digitali, imparando a integrare il nuovo sistema con l’archivio storico e a risolvere le problematiche di back-office legate all’identità digitale del cittadino (SPID/CIE). Questa formazione sul campo è l’unico modo per garantire che le competenze acquisite si traducano in miglioramento effettivo del servizio.

L’Impatto sul Servizio e la Prospettiva Futura
Investire nelle competenze digitali per la Pubblica Amministrazione non è una spesa, ma un investimento con un ritorno elevato. La riduzione dei tempi di attesa per un servizio (es. il rilascio di un certificato) aumenta la produttività dell’ente e libera risorse che possono essere dedicate a compiti più complessi e a valore aggiunto.
Una PA digitalmente competente è una PA più resiliente, efficiente e vicina al cittadino. È il pilastro su cui si costruisce un’Italia in grado di competere nel panorama europeo, offrendo servizi pubblici moderni e accessibili a tutti, superando le disparità territoriali che spesso caratterizzano il divario digitale.
Il percorso è lungo e richiede un impegno costante da parte di ogni livello dell’amministrazione. Solo con un programma strategico di sviluppo delle digital skill si potrà fare del digitale il vero alleato per la modernizzazione della Pubblica Amministrazione.
FAQ
1. Cosa si intende esattamente per competenze digitali nella PA?
Si tratta dell’insieme di abilità e conoscenze necessarie ai dipendenti pubblici per usare efficacemente gli strumenti digitali. Non è solo l’uso del PC, ma anche saper gestire dati, garantire la sicurezza informatica, utilizzare piattaforme di e-government e adottare un approccio orientato al digitale per migliorare i servizi offerti a cittadini e imprese.
2. Qual è l’importanza della formazione continua in questo contesto?
La tecnologia evolve molto rapidamente. La formazione continua è vitale perché le competenze apprese oggi possono diventare obsolete domani. Programmi di upskilling e reskilling garantiscono che il personale rimanga aggiornato sulle nuove normative e sulle soluzioni tecnologiche più efficienti (come l’AI o la blockchain), mantenendo alta la capacità operativa dell’ente.
3. Quali sono i rischi se la PA non investe nelle digital skill?
Il rischio principale è l’inefficienza. Una Pubblica Amministrazione con scarse digital skill non riesce a sfruttare appieno gli investimenti in hardware e software, sprecando risorse pubbliche. Inoltre, aumenta il divario con i cittadini e le imprese più digitalizzati, rallenta i processi di erogazione dei servizi e espone l’ente a maggiori rischi di cyber attack per la mancanza di consapevolezza.
Giornalista e analista, scrive di economia italiana, innovazione e imprese. Appassionato di tecnologia e finanza, racconta il presente e il futuro delle aziende che fanno muovere il Paese.



