Comportamento scorretto amministratore condominio, cosa fare

amministratore di condominio ha un comportamento scorretto

Vivere in un condominio significa condividere spazi e responsabilità. L’amministratore è la figura chiave che dovrebbe garantire una gestione efficiente e trasparente, ma cosa succede quando questo non accade? Un comportamento scorretto dell’amministratore di condominio può trasformare la vita quotidiana in un vero e proprio incubo, generando frustrazione e danni economici. Se ti trovi in questa situazione, sappi che non sei solo e che la legge ti offre diversi strumenti per tutelarti.

Affrontare un amministratore che non fa il proprio dovere può sembrare una montagna da scalare, ma con le giuste informazioni è possibile far valere i propri diritti. I problemi possono essere di varia natura: dalla semplice negligenza a vere e proprie irregolarità gravi.

amministratore di condominio ha un comportamento scorretto

I segnali di un amministratore inadempiente

Riconoscere i campanelli d’allarme è il primo passo per agire tempestivamente. Un comportamento scorretto dell’amministratore di condominio si manifesta in diversi modi. Tra i più comuni troviamo:

  • Mancata trasparenza nella gestione economica: l’amministratore ha l’obbligo di presentare annualmente il rendiconto della gestione. Se i bilanci sono poco chiari, se le spese non sono documentate o se si rifiuta di fornire la documentazione ai condomini che ne fanno richiesta, è un chiaro segnale di allarme. La gestione dei fondi condominiali deve essere cristallina.
  • Inerzia e negligenza: lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che vengono continuamente rimandati, guasti che non vengono riparati, e una generale assenza di risposte alle richieste dei condomini. L’amministratore ha il dovere di agire con la diligenza del “buon padre di famiglia”.
  • Irreperibilità e scarsa comunicazione: un amministratore che non risponde al telefono, alle email o alle raccomandate sta venendo meno a uno dei suoi principali doveri: essere un punto di riferimento per i condomini.
  • Mancata esecuzione delle delibere assembleari: se l’assemblea prende una decisione, l’amministratore è tenuto per legge a darvi esecuzione. Ignorare la volontà dei condomini costituisce una grave inadempienza.
  • Conflitti di interesse: affidare sistematicamente i lavori a ditte di parenti o amici, magari a prezzi fuori mercato, è un comportamento che lede gli interessi del condominio.

Nei casi più gravi, si può arrivare a vere e proprie ipotesi di reato, come l’appropriazione indebita di fondi dal conto corrente condominiale.

I passi da compiere per tutelarsi

Di fronte a un comportamento scorretto dell’amministratore di condominio, non bisogna rimanere con le mani in mano. Il primo passo, spesso, è quello di inviare una comunicazione formale.

  1. La diffida scritta: mettete nero su bianco le vostre lamentele. Inviate una raccomandata con avviso di ricevimento (o una PEC) all’amministratore, elencando in modo chiaro e preciso le sue mancanze e intimandogli di adempiere ai suoi doveri entro un termine specifico (solitamente 15 giorni). Questo documento ha valore legale e sarà fondamentale in caso di azioni successive.
  2. La richiesta di convocazione di un’assemblea straordinaria: se la diffida non sortisce effetti, i condomini possono prendere l’iniziativa. Secondo l’articolo 66 delle disposizioni di attuazione del codice civile, almeno due condomini che rappresentino un sesto del valore dell’edificio possono richiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria per discutere le inadempienze dell’amministratore e votare la sua eventuale revoca.

La revoca dell’amministratore: la soluzione definitiva

Quando il rapporto di fiducia è irrimediabilmente compromesso, la revoca dell’amministratore di condominio per giusta causa diventa l’unica strada percorribile. L’assemblea è sovrana e può decidere di revocare il mandato in qualsiasi momento.

Per la revoca è necessaria la maggioranza degli intervenuti in assemblea che rappresentino almeno la metà del valore dell’edificio (500 millesimi). Tra le gravi irregolarità che costituiscono giusta causa per la revoca, la legge elenca, ad esempio, la mancata apertura del conto corrente condominiale, la gestione confusa del patrimonio o il non aver agito per la riscossione dei crediti.

Se l’amministratore si rifiuta di convocare l’assemblea o se non si raggiunge la maggioranza necessaria, è possibile rivolgersi al tribunale. Ciascun condomino può presentare un ricorso all’autorità giudiziaria per chiedere la revoca giudiziale, dimostrando le gravi irregolarità commesse.

Quando il comportamento scorretto diventa un reato

In situazioni di particolare gravità, come la sottrazione di denaro dal conto condominiale, si entra nel campo del diritto penale. In questi casi, è possibile e doveroso sporgere una denuncia o una querela contro l’amministratore. Il reato più comune in queste circostanze è quello di appropriazione indebita (art. 646 c.p.).

Ogni singolo condomino è legittimato a presentare la querela presso le forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia di Stato) o direttamente in Procura della Repubblica, in quanto persona offesa dal reato che ha danneggiato il patrimonio comune. È fondamentale raccogliere tutte le prove possibili, come estratti conto, fatture sospette e verbali di assemblea, per supportare la denuncia.

Non subire passivamente le inadempienze di chi dovrebbe tutelare il tuo immobile. Agire in modo informato e coeso con gli altri condomini è la chiave per risolvere il problema e garantire al tuo condominio una gestione sana e corretta.